Dissertazione dunque accadere, che que’vecchi Commendatarj, cioè Arcivefcovi e Vefcovi, godendo un gran potere nella Corte de i Re d’Italia, fi abu-faffero del loro afcendente, e iìccome faceano da affoluti padroni ne’ Moniilerj, così •voleffero anche dominare nelle Parrocchiali fpettanti a que’ Moniilerj con ifprezzare l’autorità de’Vefcovi, nella Diocefi de’ quali erano fituate quelle Parrocchiali. Avendo in oltre i Principi ne’ Secoli X. ed XI. occupate non poche Chiefe, ufarono talvolta non di redimirle a’Vefcovi, ma di donarle a i MonafUrj, ed anche di venderle: per lo che pofcia inforfero controverse fra i Vefcovi e gli Abbati, le quali erano poi dedotte al Tribunale della Santa Sede. Fu ciò oiTer-vato dal P. Tommaiini nel Lib. I. Cap. 36. de Beneficiis, che citta una Lettera di Giovanni Cardinale al Vefcovo Molismenfe , rapportata nel Tomo IX. pag. 479. de’Concilj del Labbè , e fcritta circa l’Anno 1080. cofeilando quel Cardinale omnes Ecdefiarùm res in manu Epifcopcrum effe debere, uti Canonica decreta conjlituunt -, ed eil'erfi poi introdotte conile-tudini contrarie, non poche liti per la giurisdizione turbata de’Vefcovi. Adduce pofcia il medeiimo Tommaiini nella Par. 1. Lib. III. Cap. n. molte autorità comprovanti, che anticamente effi Vefcovi efercitavano il loro diritto fopra le Chiefe fottopoile a i Moniilerj . Finalmente nel Libro III. Cap. 30. rapporta l’origine de’Privilegi, che da i Vefcovi, o Metropolitani, 0 da’Romani Pontefici furono conceduti ai Monaci. Qui’mi ila permeilo di aggiugnere una fola oflervazione , cioè che trattandoli de gli antichi tempi, con gran riguardo s’ha da giudicare del total diritto de gli Abbati Tulle Pievi, o Chiefe Parrocchiali. Certamente non oferei negare, che anche prima del Mille foffero alzati a tanta Dignità, che participaffero de i diritti Epifcopali , o per eflere fondati da gl’Imperadori , o perchè godeifero 'dell’immediata lor protezione, quali furono il Cafinenfe, il Farfenfe , il Nonantolano &c. Eccone un’ efempio. 11 Monillero di San Salvatore non lungi da Pavia fu fabbricato ed anneffo a quella antichiffima Chiefa nell’Anno 972. dalla piiflìma Im» peradrice Adelaide, moglie di Ottone I. Auguilo . Ottenne eiTa, che quel facro Luogo fcfle immediatamente fottopoilo alla Sede Apoilolica, e però Giovanni XIII. nella Coilituzione LUI. Par. II. del Bollano Ca-fìnenfe, fra l’altre cofe decretò , ut Bapùsmus etiam in iisdem Ecclefis Monajìerii licenter fieret Apoflolica aucioritate . Pofcia con altra Coilituzio-ne vieta al Vefcovo , ne in eodem Monajlerio alicujus potejlatis preeroga-rivam fìbi aìiquanbo ufurpare prafumat. Quelle parole maffimamente colla giunta di poter conferire il Bartefimo, lembrano indicare, che non re-ilaiTe più al Vefcovo Pavefe facoltà veruna fulle Porrocchiali fottopoile a quel Moniflero . Se poifa eflere flato diverfamente , lafcerò penfarlo ad alrri. Imperocché in caiì tali s’ha da oflervare, fe i Diplomi fieno «originali, potendo nelle copie eilere intervenuta qualche interpolazione. £ no-