Cinquantesima nona, 141 Calende di Gennajo. Ma nè pure dopo la diffrazione del Gentilefimo cefsò !a fuperrtiziofa celebrità di quel giorno, contro la quale più volte inveirono i Romani Pontefici, i Santi Padri, e i Conciij. E’daftupire, come anche nel Secolo VITI, e nella ftefia Roma, il Popolo tenace de gli antichi Riti, non peranche area difimparate quelle pazzie . San Bonifazio Vefcovo di Magonza e Martire nell’Epiftola 132. fcriveva a Zacche-ria fommo Pontefice, dolendoli, quod carnales homìnes idioice , Alamanni, JBajoarii, vel Franci, fi juxta Romanam Urbem ali quid face re vtden: ex his peccatis , quee nos prohibemus , licitum & concefj'urn a Sacetàoùbus effi putant, & nobis improperium depuiant, & fib 'i fcandalum vira; accipiunt . Sicut affirmar,t, [e vidijje {incjulh annis in Romana Urbe , & juxta Ecclefiam, in die vel nocle, quando Kalendce Januariì intrant, Paganorum confuetudine dio-ros ducere per plateas, & aetlamationes ritu Gentilium , & cantationes facri-leqas celebrare-, & menfas illa die vel nocle celebrare -, & nullum de domo fu*, vel ipnem , vel ferramentum , vel diquid commodi vicino fuo profilare velie . Dicunt quoque , fe vidijfe ibi mulieres Pagano ritu Phylacleria , & ligaturas in brachiis 6’ cruribus haatas habere, & publice ad vende,ndum venales ad corti-perandum ahis offerre. Quee omnia eo quod ibi a carnalibus & infipiemibus vi-dentar, nobis heic & improperium & impedimentum prcedicarionis & doclrince perfidimi. Simili cofe potrebbero dirli delle Calende di Agofio , che in Modena dalle Ferie prefero il nome di Feragofio, attendendo ii Popolo in quel dì a darfi bel tempo eoi vino e colle crapole . Aggiu.nganfi il Carnevale, eie Vindemie~Nolane\ ed altri fomigliami ufi, che a noi fon venuti come per eredità da gli antichi tempi . Ma non è a noi conveniente il deridere i collumi , la troppa credulità, e certe fuperftiziofe ufanze de’neitri Maggiori; perciocché nè pure a’tempi nofìri mancano uomini rozzi, e di coloro eziandio , che li figurano d’ effere provveduti di molta fapienza, i quali nel Venerdì non s’attentano a metterli in viaggio, per timore di provar vero il Proverbio Spagnuolo : Ni de Vierne, ni de Martes , no te cafe, ni tc partes . Alrri ancora non ardifcono di metterli a tavola con dodici altre perfone, gran piede avendo un’opinione, che un di que’tredici entro l’anno ceflerà di vivere. Alcuni eziandio, fe per avventura il fale fi fparge falla tavola, torto lì perfuadono effere imminente qualche disgrazia . Si ridono di quefte folli opinioni le perfone giudiciofe; ma non ii può nè pur colle tenaglie levar di capo a i timidi una tal perfuafìone Ognuno può feorgere , quanto i Popoli fieno portati a foftener le vecchie ufanze ed opinioni, nelle quali fon allevati fin da i più teneri anni, e mafiìmamente dove li tratta di allegrie, di fperanze di guadagni, o di fchivar danni o pericoli confittemi anche nella fola opinione . Ancor qui balta il dire: così han creduto, così han fatto i vecchi , nè fi cerca poi la ragione di così credere ed operare. Eccovi un altro efempio. Tanto in Ferrara che in Modena ( fe anche in altre Città ciò fucceda, noi so ) Diff. Ital. Tom. III. Q ninno