S I E (40) pag. 573- Chi ridette al mifero flato d’Inghilterra tornato al Paganefìmo s e miracolofa-mente coreinciato a ridurre all’ovile colle Sa,nte Miffioni nel principio del Secolo Vii. da Sart Gregorio Magno , vede anche l'origine, e caufa giuda del Denaro di S. Pietro ilìituito dalla pietà de’primi Re d’Inghilterra divifa in più Regni, fenza far nuovo Audio per rintracciarne altra origine (otto la (corta di qutfto Autore , che nulla ha di poiitivo fuorché la volontà d’op-porii agli ;ihri Scrittori anche incofegià note e celebri in tutta la Storia. Gli fuccede però d'ingannarli, e di palefat .1’ inganno fuo a chi legge. Così fa qui opponendofi a Polidoro Virgilio, al Baronio, al Pagi, e a tucti gli altri, per tirar l’origine di quel tributo all’anno 8>o, Mentre prende per tributo perpetuo un voto delle decime d’un anno . (+1 ) pag. 37*. Il Cardinale Baronio, che vide nella Biblioteca Vaticana quel pregiatiffimo Codice di Cencio, che prima di lui vi avea veduto il Panvini ; riferilce fedelmente la Prefazione e Titolo di elio ( an. 1191. n. 19. ) : il titolo è tale : Incipit liber Cenfuum 'Romana Eccle-fi# a. Cencio Camerario compofitus fecandum ant¡quorum Patrum regefia, & memorialia diverfa anno incarnationis Dominici millefìmo centefìmo nonagejimo fecundo, Pontificatus Caleflini Pap^s Tertii anno fecundo. La femplicità di quello titolo dimolìra, che quello citato dall'Autore fu fatto dopo : e vi fono alcune particolarità , che giovano a foilener le opinioni del medefimo Autore. E* molto eh’ ei dica averlo villo predo il Baronio, e confumi tanto tempo in afficu-rarne 1' età, quando ella fi legge chiaramente nel titolo. (41) pag. Quando mai fu fottomefla Roma a’ Longobardi ? Che più volte ne tentaderra in vano l'acquillo è cofa certa. Che uniti coll’ Efarco Eutichio in tempo di Gregorio 11. la vo-ledero ridurre a divozione dell'imperio, allorché s’era ribellata contro Leone Ifaurico, anche quefto è certo. E finalmente , che dopo la donazione dell’ Eiarcato fatta dal Re Pipino alla Santa Sede » lo fteflò anno che era il 7*?. o come altri vogliono, il feguente, vigorofamente 1’ afle-diade il Re Adolfo, la danneggiale orribilmente , e li tirade perciò adoflò Pira de’Franchi , è collantemente aderito dalli Storici contemporanei, ma che vi comandadfero mai, fi fente ora la prima volta. (4?) p“g. 411. FaJfo è, che i foliti Abati s’obbligafiero a tal vi (ita col giuramento di fedeltà. Prima i Vefcovi, e poi a loro imitazione gli Abati de’foli Monilleij efenti fi obbligarono . Quanto agli Abati vedi la Prefazione : ma in ordine a’ Vefcovi qui non attefi, tra'l molto che avrei da notare , accennerò quello poco. Nel lib. Diurno de' Rom. Pontefici ( Cap. 3. art. 7.) v’è il Chirografo detto Gautio Epifcopi, con cui fi obbligavano i Vefcovi nella ordinazione, tra le altre cofe , anche a venire ogni anno a Roma : Promitto , me etiam ad Natalem Apofiolorum , fi nulla neceffitas non impedierit,, annis Jingulis occ nrfurum . Il P. Garnerio nelle note adduce con qualche variazione il feguente Decreto di S. Zaccaria ( Concil. Rom. an. 743. cap. 4 ), ove determina, che juxta San'clor. PP. ¿r Canonum Statina omnes Epifcopi , qìti hujus Apoftolicts Stidis ordinationi fubjacebunt, qui propìnqui flint annue Idibus menfis Maji SS. Principimi Apofiolorum Petri & Vanii Li minibus prcefententur , omni occajìone fepofits. Ohi vero de. longinquo juxta Chirographum fuum impleant Labb. Conc. tom. ix. col. 1447. ) . La diferepanzs che è tra’l Diurno , e il Decreto , quanto al giorno , tien fofpefo il Garnerio . La foitanza peròi è j che da sì fatta antichità dee ripeterfi la vifita de’ Sacri Limini per conto de’ Vefcovi, da prima della fola Ordinazione del Sommo Pontefice, e poi generale di tutti. Quella medefima fi vede ingiunta a tutti i Patriarchi , Primati , Arcivefcovi , e Vefcovi nella celebre Bolla di' Sifto V. l’an. 1585. ( Ballar. Rom. &Vat.) . E in oggi tutti generalmenre giurano al Romana Pontefice , giuda la Formula di Clemente Vili, che fi legge nel Pontificale Romano, nel quale fi adegua il termine vario di ogni quanti anni fieno tenuti a tal vilìta , (tendendoli fino a dieci perii più lontani. N. c;. Benedetto XIV. Condì. Dicec. 1.». cap. 7. ». ». ) dice non efler tenuti alla Bolla di Siilo V. i Vefcovi titolari ; molto meno a dar la relazione delle loro Chiefe, conforme alla difpoiìz. di Clem. Vili, l’anno i<;s>4. ( lib. 8. Decretar. Sac.Congr. Conc. pag. 103. ) Sicché toltine i Titolari ,,gli altri Vefcovi fon tutti indifpenfabilmente tenuti alla vifita de’fa-cri limini, affinché il fommo Pallore, e Capo della Chiefa fappia i regolamenti degli altri Vefcovi : ut ad imam Petri fedem univerfalis Eccìefìce cura confinerei , nihil ufquarn a fuo Capite diffiderei, come fcriveva San Leone ad Analìafio di TeiValonica. ep. 84. C44) pag. 4»j. Tal è 1’ origine che danno gli eruditi fcrittori Franzefi al Principato della S. Sede: difeordando mirabilmente tra loro intorno alla fignoria di Roma . Ciò ch’io dsifi (opra ( not. 19 ) .-onero il continuato!- della Difl’erta^one 69. e 70. ripeto io qui con p:u ragione contro ! Autore medefimo» a cui fpetta il compendio delle ultime cinque Dulèrtazioni , Il titolo della fignoria di Roma non 5 di Donazione. E pei' dillri»biefio biiogtw tacciar di r \ ■ i*.