Settantf. si maseconda. 445 re de gli Ecclefiaftici . Tornata la calma, tuttoché i Chetici e Monaci ripetettero i lor Beni, o non provavano i lor titoli;- o provandoli, non ottenevano le non di rado giuftizia . Ho dato qui per reftimonio un Diploma di Berengario I. Re d’Italia, il quale nell’Anno 904. donò alla Chic-la di Reggio Monte Cervario con dire : loto mentis affetta proviòentes ejus-dem Ecclefice neceffuaies vel dcprccdationes, atcjue incendia , cjimc a ferociffl-ma gente Hungrorum paffa efi . Peggio ancora fece col celebre Monifiero di Subkiaco il furore de Saraceni, perchè oltre alla defolazione di quel facro Luogo, tutto l’Archivio delle Carte reftò confumato dal fuoco. Ciò vien atteftatoda una Bolla di Papa Leone VI. data nell’ Anno 936. in cui egli conferma tutti i Beni a Leone Abbate di quel Moniftero, chiamandolo igne confumptum, & ab A^arenis gentibus diffolidatum , ubi non. folum ea , cjux ufu five militate fupertulimus , concretnaverunt, verum etian & universa injlrumeata Chartarum &c. fatta quella confermazione prò mercede & remedio anima nofi'tx , nofiricjue dilettiJJìmi filli, videlicei Alberici glo-nofiffìrni Princpis , atcjue omnium Romanorun Senatoris. Sembra che tali parole pollano indicare già ufurpara da Alberico la Signoria di Roma. Quivi Leone è chiamato Papa Sefio, e non Settimo , come vuole il Cardinale Baronio con tanti altri Scrittori. Forfè non veniva allora regiftrato fra i veri Papi quel Leone, che nell’Anno 903. afeefe alla Cattedra di San Pietro , e vien dal Platina comiderato come illegittimo Pontefice. S'ha da collazionare querta Bolla con altre di lui non peranche pubblicate; percocchè nelle già.Jlampate fi può fofpettare già corretto ciò, che non fi dovea correggere. Il P. Mabillone ne gli Annali Benedettini rapporta all’Anno 938. una Bolla del medefimo Papa in favore del Moniftero Fioriacenfe , data Anno Pontificatus Domini nofiri Leoms Ponti-fi is & univerjalis Papa VI. ( lege Vii. aggiugne il Mabillone ) in Jacra-tiffiTia Sede beati Petri Apofioli III. &c. Troviamo, che anche in quella Bolla Leone è appellato Papi Sextus. Probabilmente s’altri avefle data alla luce quella Bolla , avrebbe cattato quel VI. e pofto VII. Che così ancora fi aveffe da fcrivere, Io crederte il Mabillone, ma faggiamen-te ritenne quello , che ftava nella membrana . Erano iudeliri del Moniftero di Subbiaco gli abitanti di quella Terra, e finché viffe Alberico Principe de’Romani, la paura di lui li tenne indovere. Mancato lui di vita , allora feoffero il giogo con ufurpar anche varj diritti di quel Moniftero. Fece perciò Leone Abbate ricorfo a Pepa Giovanni XII. e ne ottenne un forte Decreto nell' Anno 9^8. che da me è ftato pubblicato . Le pubbliche calamità finqut accennate, e le guerre , ed altre limili traversìe obbligarono una volta molti Vefcovi ed Abbati a vendere o livellare non pochi dei lor Beni a i Secolari. Di ciò poiTono far fede tanti Archivj antichi de gli Ecclefiaftici, e fpeziaJmente le Carte del Moniftero del Volturno da me date alla luce. Ma quello non fu gran male rifpetto all’al- tro f