454 Dissertazione Chiefe per li Beni e Caftella poifedute da effe . Nell’ Archivio de’Canonici di Padova e fi il e un Accordo conchi ufo . fra elio Imperadore, e Giovanni Vefcovo di Padova nell’ Anno i 161. fopra la Pieve di Sacco ed altri Luoghi, che già erano di quel Vefcovato, meili in lite dallo llelTo Federigo. Per non poter di meno , il Vefcovo accordò: Qtioi Domnus Imperator haèeàt Plebem de Saccho curri fuis appendiciis &c. & Curtem Pendili &c, Il redo fu lafciato al Vefcovo. Truovo parimente, che lo llef-fo Federico I. non folamente continuò a voler dare a gli Ecclefiaflici 1’ Invellnura de i lor Beni , ma anche di efigere da eiTl Sncramentum file-litatis curri homìnio , inferendolo ne’ Diplomi : il che non truovo mai ufa-to ne’Secoli precedenti . Di quella fua rifoluzióne ho io oiTervato qualche velligio in una Carta, peraltro difettofa, dell’Archivio del Moni-fiero di San Zenone di Verona. Conferma egli tutti i Diritti e Beni a quel Monillero Circa l’Ànno 1Ì59. con dire: ¡pfumque Ahbatem, fufce-pta ab co debita fidel'uaìc cum homnio, de omni honore & jure fuo follemp-niter ìnvejlivimus . Ma forfè quella Carta , priva delle Note , non riferita riflelEone ; nè i facri Pallori dovettero volerli accomodare a quella Fedeltà e Hommio ; e in fatti 10 non ne ho trovato altro efempio . Molti bensì ne ho veduto, ne’quali egli fu folito di àgg’ugnere quella Forinola non ufata in addietro: SaL a per omnia Imperiali Jujliua. Truovalì qtie-ila in un Diploma del medelimo Imperadore dell’Anno 1159. m favore dei Monaci Benedettini Hi San Pietro di Modena. E in un altro del ji6o. in favore del Ve covaro di Reggio, dove fon le feguenti parole; A res E'clejìarum , quas per toiam italiani violentorum qiiorunidam manus dirìpueriint, Jais Ecctejìls njlt uerè vehementer volemes . Finalmente in un terzo conceduto nell’Anno 1 1 60. da elfo Federigo a Garjendonio Vefcovo di Mantova, e alla Ina Chiefa , riconofcendo anche ivi, eh’ elfa Chiefa honorum fuorum diminuttonem & confumptionem a muliis pajfa ejì. Quel che è Arano, nella Lettera, con cui dell’A no 1155. elfo Federigo re-ihtuì la Città di Tivoli al Romano Pontefice, li legge Salvo fuper.omnia Jure Imperiali, come s’ha da gli Annali delCardinale Baronio a quell’ Anno, e dàlia Vita di Papa Adriano Quarto nèllà Parte Prima del Tomo III. Rer. hai. Torniamo alla Legge dì Federigo I. che di fopra accennammo . Sa mal non m’appongo, tanto a cagion di elTi , che per le controverse inforte dipoi fra il Sacerdozio e l’imperio, da lì innanzi le Ch;éfe d'Italia poco o nulla profittarono per conto delPacqaiflare o aumentar le Regalie in loro vantaggio. Anzi, che dico profittarono? Re-ila ora da dire , che la lor potenza è ricchezza venne tempre pm calando ; e ciò per la congiura delie Città Italiane , nelle quali iì efaltò una fmifurata voglia di ilendere l’ali del dominio. Quella a me fembra e£ fere Hata l’ultima e più concludente cagione, onde lìa proceduta 1’ e-llsnwazione del patrimonio Ecclefiailico, Aveano prefo forma di Repubblica