138 Dissertazione Abbate del Volturno a’ tempi di Carlo Magno , lì legge , che Plurimi ex Aula Regia Militice cingulum deponentes in fanclo propofito Religionis ei dò lice-ferunt . Ma particolarmente dopo il Secolo Decimo il nome e l’onore del Cingolo militare fu riferbato a i foli Nobili , e la funzione di conferirlo divenne anche piùfpeciofa per alcuni riti. II tempo, in cui i Giovanj il-luftri arrivavano a confeguir quefto decoro, fu nelle fpedizioni militari, o in qualche folennità e fefta ne’ tempi di pace. Imperocché quanto più riguardevole fu il Principe o Capitano, che facea Cavaliere un Novizzo , e quanto più memorabile era il Luogo e tempo , in cui fi compartiva 1’ onore della Cavalleria, tanto maggior gloria e riputazione ne ridondava fopra que’nuovi Cavalieri. Si riputavano pofcia fortunati, ed onorati più de gli altri coloro, che poteano in qualche fatto d’armi effere promoflì a quefto onore. Perciò i Giovani delle Cafe nobili volavano alla guerra per ifperanza di far comparire il lor valore in qualche imprefa , e confeguire in tal maniera come premio la Cavalleria . Prima dunque di tal promozione, effi nelle Armate erano chiamati Scudieri , in Latino Armigeri, 6'cutiferi, e Scutarii : la qual diveriìtà di nome fi dee ben offervare per intendere gli Storici , da’quali fovente fi truovano menzionati nelle guerre Milites & Scutarii , cioè i Cavalieri e Scudieri . Non parlo qui de gli Scudieri gregarii ed ignobili ; perchè ciafcun Cavaliere coftumava di menar feco uno o più Scudieri, che gli portavano lo feudo e la lancia, per confegnargliela , allorché veniva il tempo delle zuffe. Scudieri tali non erano femplici fpettatori in occafion delle battaglie , ma anch’eili colla fpada o con altre armi allora combattevano . Di coftoro penl'o che fi tratti ne gli Statuti del Popolo di Verona dell’Anno 1228. al Cap. 183. dove fi legge : Item prohibebo , ne cjuis deferat lanceam vellan-^onem , nec hajlam acutam , velparataci ad poncndum imas jerrum lancece rei lan^onis , vel arcum baleflum cum pilotis & fagittis , per Civitatem vel ejus di fi ri cium. , nifi fìt Mi Ics, vel ejus Scutifer, cum vadit cum domino fio fine fraude , qui poffìt portare lanceam. Anche i Principi guidavano feco gii Scudieri, certamente Nobili . Ruggieri, pofeia Conte di Sicilia, come abbiamo da Gaufredo Malarefta nel Lib. II. Cap. 4. della Storia Siciliana Tom. V. Rer. Ital. inermis, cxcepto clypeo folo, & enfe quo accinclus erat, una notte andava fpiando certi iìti in Sicilia -, Arrràger namque cum armis fubfequebatur . Incontratoli all’improvvifo co’nemici, perlongum ducens ab Armigero arma recipere , folo enfe fuper eos irruit. Par- lo dunque de gli Scudieri nohihxsente nati, che fi accompagnavano co’ Principi, Capuani, o altri illuftri Cavalieri , e loro fervivano con portar il loro Scudo e la Lancia, finché colle pruove del valore e della fer-vitù fi dimoftraiTero degni di confeguir le infegne ed armi della Cavalleria. Armigeri honorarii alle volte fono appellati per diftinzione da i pie-