<07 bellamente piantati, e fottopofti alla medeSmi rc-fidenza de’ Canonici. -Gli altri due Mona-, iteri , cioè di S. Martino occupato in oggi dal Pilone deliro Occidentale^ della gran cupola , e de' SS. Giovanni e Paolo nell'eitrema parte boreale della nuova Bafilica dirimpetto al Pilone iiniilto parimente Occidentale , o per la loro picciolezza , o per la vecchiezza, non lì fa che fervi Aero di Canonica dopo Niccolò III. Dei rollo abbiamo una gran fomiglianza co' Canonici de'tempi di S. Leone nono, i quali vedemmo efler gli ileffilTuni fucceliori de'Monaci del VII. Secolo e due feguenti, colla fola mutazione del nome di Monaci in quello di Canonici. Onde liccome non "è improbabile, che la loro origine li debba prendere dal V. Secolo, in cui S. Leone M. fondò il Monatlerio de' SS. Giovanni, e Paolo, accrefciuti di tempo in tempo colla fondazione degli altri tre Monafterj ; così non è inverifimile , che dopo ‘fette Secoli confervafiero ancora la parte foftanzials della Difciplinà: benché altro regolamento folle foilituito a quello antico de'Monaci , dacché cominciarono a dipendere dal Card. Arciprete. Piimo di tutti a prefedere, fembra effere ftator Orfo figlio d'Oifo creato da Benedetto IX. Almeno così ppnla il Grimaldi . Cerro è che fvanito il nome di Monaci, .troviamo lempre quello di Canonici dal principio del Secolo XI. (ij) pag. 190. Anche Du-Cange la fenti così: io non vedo, che i.due Re Franchi Pippì-no, e Carlo follerò efortati a quella maniera di difefa. Tra '1 Patriziato dato loro per difendere il Principato della Chiela con gente Armata, e 1* Avvocazia, che s* elercitava coll' ingegno , e colla penna , v' è un grande^ intervallo . taS' Anche qui confonde 1’Avvocazia col Patriziato, come fi diffe nella nota precedente . (17) pag. 31?. Le" parole raccomandate ad uno &c. fono quelle (feti. 197. ) pretto Anafta-iìo : Ad perfolvendar Deo Laudes in eodem Titillo diurni5 atque notturni* tempòribus ordinatam, fecundtim inftar officioram Ecclejtà B. Petri Apojioli. Le quali parole opportunamente tralafcia-te provano ^bensì l'opinione deli' Autore, la quale molto prima di lui venne in capo a qualche altro: ma non ballano a convertire in Monafterj Benedettini quei quattro fpecialmen te addetti alla Bafilica Vaticana, i cui Monaci da S. Leone IX. come fi dille nella nota 4. fono appellati Canonici, benché fieno i medeiìmi antichi Monaci cominciati a congregare nel Monallerio de'SS. Giovanni e Paolo da 'S. Leone M. ( feppure il Monafterio di"S. Stefano Maggiore non è più antico molto prima che nafccffe S. Benedetto. Prima della di lui na-icita ancora S. Ilaro fucceffore di S. Leone edificò Monafterj pretto S. Lorenzo ( Anali, feti. 71. ); ed era in Roma prima di S. Benedetto egualmente noto il Monachifmo, che il Clero: cofa chiariffima nella iloria F.ccltfiaftica . Vedali la dotta Prefazione di Luca Olftenio al Codice Regularum-, e fi formerà idea più giulla del Monachifmo che cominciò nel fettimo fe-colo a diffonderli in occidente lòtto la Regola di S. Benedetto. Di tal natura non erano al certo i Monafterj addetti alle Chiefe fpecialmente di_ Roma, che non avean motivo, nè potevano mutar l’illituto dato loro da’ lòtnmi Pontefici fondatori; cioè di far l'ufizio de' Canonici , come poco apprettò ottcrva 1’ Autore medefirm : benché viveifero nel rimanente dar veri Monaci. Dal Can. IV. del Concilio Rem. 1 Labb. Tom. ìx. coll. 1099. ) tenuto l’anno 1059. da Niccolò fecondo apprendiamo l’indole di tal religiofo Clero della Balilica Vaticana e altre Chiefe di Roma : Pracipientes flatvimus ut ii pradittorum Ordinum ( Preti, Diaconi , e Suddiaconi), qui eidem pradecejjori noflro obedientes-, cafiitatem fervaverunt, juxta Et clefias, quibus ordinati funt, Jìcut oportet religiofos Cleritos,Jìmul mandweent, &.dormiant; & quidquid eis ab’Ecclefiis venit, communiter habeant . Et rogante*, ut ad Apofiolicam , Com-•munem fcilicet vitam , fummepere pervenire ftudeant. In guifa che febbene la vita comune, e il cniotho a noi che liamo tifati alla difciplinà prefecte, r§pprefentino per veri Monaci quegli antichi Canonici, elfi realmente non erano diftinti dall’altro Clero, fe non nel tenore dì vita che profeffavano. (18) pag. 34*. s. Gregorio Magno, e i Santi fuoi fucceffori-, che per più di due fecoli eb bero a foffrire i funefti danni recati alle perfone , e alle polfeifioni della Chiefa Romana , tono quelle tai perfone. Certa cofa è, che molto foffrì, nè fi vide mai ficura 1’ Italia da mo-lelìie , finché non fu governato ii Regno de’ Longobardi da’Re Franchi . Onde alcune fante, e buone operazioni d‘ alcuno de’Re di quella'allora barbara Ni^one, non contrappefano alle molte contrarie, di cui con tagione fi dolfero que" Romani Pontefici. (19) pag. 349. Con pace dell’Autore poco ferio, per non dir poco mifurato nel trattar la materia di quella piflenazione, yo anch’ io fofpettando, che Autore di quella carta privata K k » fofie