61 Dissertazione cenno. Ma allorché maggiormente bollivano le fazioni de’Guelfi e Ghibellini in Italia, iì prendevano talvolta due Podeità, che nello ileiTo tem-po reggefl^ro la Città . E ciò avvenne in Modena nell’Anno 1254. ef-fendo itati eletti dal Popolo Dominus Cajìellanus Domìni Andaloi , & Do-minus Rambèrùnus Domini Matthcei. Ma non fapendofi quefti due Satrapi accordare infìeme, il Con/ìglio della Credenza li fcongiurò di pacificarli e di procedere con armonia , o pure di rinunziare al Magiftrato . Fu accettato queft’ultimo partito, e fe n’andarono. Alle volte ancora accadeva, che i Podeiìà o per loro mancamento, o per la prepotenza delle fazioni , che allora turbavano lo flato di quafi tutte le Città , poco foddisfacevano al Popolo, o ai Potenti, di modo che prima che ter-minaffe il loro Reggimento, erano forzati a ritirarci. Ccilume perlopiù era di pagare nè più nè meno ad elfi il pattuito falario , fe pur tale non foiTe la lor colpa, che non meritafTe un sì favorevol trattamento. Ne darò un efernpio tratto dall’Archivio del Comune di Modena. Nell’Anno 1219. fu cacciato dal governo di Modena Lanterio de gli Adelafi Ber-gamafco, e in fuo luogo furrogato Rambertino de’ Raw.berti Bolognefe . Pretendendo egli d’effere flato ingiuftamente deporto, fi prefentò in Pavia davanti a i Giudici, eletti da Federigo II. Re allora de’Romani, ed efpofe le fue querele, con chiedere il falario a lui prometto della Podere ri a , cioè Mille lire moneta di Bologna , e in oltre Mille Marchas argenti prò injuriis & contumelùs , quas mihi prcciiBum Commune & l/niverfi-tas, five homines illius Communis & l/niverjitatis, mihi diclis & faclis in-tulerunt & fecerunt &c. Come finiffe quella faccenda , noi so dire . Così nell’Anno 1272. mentre Saracino de Lambertini ( dalla cui nobile Famiglia difcende il Santiffimo e celebratiffimo Regnante Pontefice Benedetto XIV. ) per gli ultimi fei Mei! efercitava la Pretura o iìa Pode-fterìa di Modena , fenza compiere il tempo della fua carica , fpontanea-mente , e non cacciato, nel Mefe di Novembre fi allentò, forfè per fof-petto, che meditando allora i Bolognefi d’ingoiare il diftretto di Modena , poco proprio fofle per lui allora il Reggimento di quella Città. Per tale avvenimento fi raunò in Modena il Confidilo della Credeva co i ventiquattro Dijenfori del Popolo, e fatto fu decreto, che fi fpediffero per parte de’Nobili e del Popolo a Caftelfranco Ambafciatori ( uno de’quali fu Venetico figlio di Alberto de’Caccianemici Capitano del medefimo Popolo ) ad efortare il fuggito Podeftà, sì per 1’ amor fuo verfo i Mo-denefi, che per decoro della propria Cafa , di ritornarfene al fuo Governo. Tal rifoluzione fu approvata in Confido generali Communis Mutinct de Capitibus Arùum ( Capitudini fono chiamati da Giovanni Villani ) Confulibus Societatum , & de aliis, qui ex forma Statuti tenentur confiliis intereffe . Ma indarno impiegarono i Legati efortazioni e preghiere. Saracino forte nel fuo proponimento ricusò di tornare ; e pofcia per I’ in-