374 Diss-Ertazione coii della Chiefa, ma non con quell’ordine, pienezza , e maeftà, che fu poi introdotta da i Monaci e Canonici. E ne’Secoli barbarici quafi niuna Chiefa Battefimaie, o fía Parrocchiale fi trovava tanto nelle Città, che nelle Ville, la quale ne’giorni di Feila non cantarte la MelTa, ' o qualche parte del divino Ufizio, pagando a Dio il tributo delle lodi o col Matutino, o col Vefpro, o con altri Salmi ed Inni. Nella Differt. LXXIV. ho rapportato una Carta dell’Anno 715. dove fi tratta di u-na Parrocchia rurale. Vien ivi incolpato Adeodato Vefcovo di Siena, per avere ammeffo all’ Ordine Sacerdotale Infantulum habentem annos non plus duodecim, qui nec Vefpero fapit, me Madodinos ( cioè i Matu-tini ) faceré, nec Mijfa cantare novit. Ma da che fu iilituito 1’ ordine de’ Canonici, allora cominciarono con più frequenza e dignità a farfi le facre funzioni della Chiefa, e ad efercitarfi i Mtniilri dell’Altare nel Canto Gregoriano nelle Cattedrali. Anzi all’efempio d’effe, molte Chie-fe delle Città e Ville fondarono un Collegio di Canonici ( ora fi chiamano Chiefe Collegiate ) per fodisfare con più decoro al culto divino. Però a gara concorreva il Popolo pio, venendo le Domeniche ed altre Felle ad udire la Salmodia, e qualche grave e divota Mufica delle voci Sacerdotali. L’afcolrar ia Mefla , e l’intervenire a quelle divine Lodi, era in que’tempi la principal divozione de’Fedeli. Anzi fi faceva fcrupolo ogni perfona , fe non interveniva, oltre alla Meffa, anche alla fuddetta Salmodia. In molti luoghi ancora i Laici concorrevano al Cero e al canto. Mirabilmente poi crebbe la contentezza e il concorfo alle Chiefe del Popolo, dappoiché dall’Oriente fu portato in Occidente l’ufo e la melodìa de gli Organi pneumatici. Non fi può efprimere con qual (lupore e giubilo foffe per la prima volta accolta quella inge-gnofa invenzione, cioè nell’Anno 826. nel qual tempo un certo Prete Veneziano prefentatofi in Aquisgrana a Lodovico Pio Augufio, fi eiìbì di fabbricare un Organo, e in fatti efeguì-la promeffa , e poi ne fece fentire il concento. Vedi quel che n'ho detto nella Differì. XXIV. Furono foliti anche gl’Imperadori e Re, e aH’efempio loro altri minori Principi avere nel lor Palazzo un Oratorio o Cappella, dove i Cappellani ogni giorno e notte falmeggiavano in onore di Dio. Il P. Tomafini Par. I. Lib. II. Cap. 109. de Benefciis penfa, che i Re di Francia della prima flirpe avellerò Oratorium in Palatio Regio cum fuo Clero . Crederei che meritaffe più fede Paolo Diacono, che tale invenzione at-tribuifee a Liutprando Re de’Longobardi, fcrivendo nel Lib VI. Cap. 58. de Gefl. Langob. Intra fuum quoque Palatiutn Oraculum ( cioè un Oratorio ) Domini Salvatoris cedificavit; & quod nulli alii Reges habuerant, Sacerdotes & Clericos infìituit, qui ei quotidie divina Officia decamarent. Ciò fu fatto, affinchè i Principi più comodamente poteffero accollarli al culto divino, e alle Ore Canoniche, perchè anch’eifi coftumavano d’af-