Sessàntisimanonà. 367 conceduto ad effb loro il dominio di Roma (38) con alcune altre Città, e da quegli ottennero eifi l’Efarcato di Ravenna. Non ce ne lafcia-no dubitare gli Annali de’Franchi, Anaftafio Bibliotecario, 1’ Epiftole del Codice Carolino, ed altre memorie di que’tempi. Noi però non Tappiamo, di qual natura foiTe il dominio fuddetto , nè quali ne foiì'ero le rendite , nè con quali condizioni paffaffero nella Chiefa Romana quelle giurisdizioni, e molto meno quali e quante Città, Terre, e Provincie foffero comprefe in quella ceiììone o donazione primitiva, e per quanto tempo le riceveffero i Papi e le teneffero in dominio. A grande o-fcurità foggiacciono le accennate particolarità, e molte dubbiezze, a parlar moderatamente, vi reftano tuttavia, dalla difcuffion delle quali io volentieri mi attengo, eiTendo cofa affai delicata il cercare l’origine, e il tenec conto del progreiTo dell’autorità e dominio, che i Principi e le Città continuano a godere. Ciò che è fuori di contrafto fi è, che ora i Pontefici Romani fignoreggiano una nobil porzione del Regno d’Italia con fovranità di dominio, e che il tempo ha ridotto molte co-fe ad un afpetto e politura ben differente e diverfa da quella, in cui furono anticamente. Chi poi bramaffe fapere, qual foffe su quello particolare il fiftema de’Secoli pofteriori, può dare un’occhiata alla Notizia da me pubblicata e prefa dal Regiftro MSto di Cencio Camerario, e da una Carta, che mi fembra fcritta prima del MCCC. Da que’Documenti intenderà, quali rendite provveniffero, alcuni Secoli fono, alla Chiefa Romana dal Ducato di Spoleti, e dal Contado di Narni. Nella Vita di Papa Innocenzo III. ftampata nel Tom. III. Rer. hai. abbiamo, ch’egli ab miào pro/notionis fuce ad eleemojynas deputavi: univer-fos proventus ad fe perùnentes de oblationibus Bafilicce Sancii Petri (39) . Qualora avveniva , che i Monifterj ed altre Chiefe da i Pontefici Romani fottratte dalla giurisdizione de’Vefcovi, cominciavano ad effere immediatamente fottopoffe alla Chiefa Romana: allora in fegno di si fatto diritto , protezione e privilegio venivano obbligate al pagamento annuale di un Cenfo alla fuddetta Chiefa di Roma. Ma non hi già daper-tutto la medefima nella quantità fua la taffa della Penfione o Cenfo . Secondo la varietà de’paefi , e 1’affenfo de’contraenti diffomiglianti, e diverfi fpeffo furono que’Cenfi. A chi me ne dimandaffe l’origine, ri-fponderei, che ne’Secoli più rimoti noi troviamo alcuni Monifterj eretti ed iftituiti da i Re , e da altri Fedeli colla condizione , che loffero fot-to il patrocinio della Chiefa Romana , ma di rado veniva addoffato il pagamento d’annuo Cenfo. Vero è, che nell’Anno DCCCXV1II. Stefano IV. Papa addofsò al Moniftero di Farfa la Penfione annua di dieci foldi d oro ; ma egli gliela impofe non già per riguardo del patrocinio, ma sì bene perchè i Pontefici precedenti aveano conferito a i Monaci di Farfa molti beni e diritti, che nel Patrimonio Sabìnefe appartenevano alla ($#) (jp) Vedi le Annotazioni in fine del Tomo. Clìie-