concejjîtPerciò dopo fondata la Città, per unir la Bafilica coli Roma, Monajterìum S. tini, quod longo fenio erat cafwutn , iniris dotnorum adifiiiis reftauravit, ÌX ad honorem me-liorem, quam prius fuerat, funditus decoravit y feci. jjj. ; e fervi di Canoiica per molti fecoli. E li noti, che le il Monaiterio minacciava rovina longo fento, tieFla metà del fe-col IX. quando era Pontefice S. Leone IV. era dunque edificato più fecoli addietro . Del Rito di quelli Monaci proccurò aver la norma quel Bifcopo, del quale parla Beda ( H'jì. augi. hb. 4. c. 18. ) nei fettimo Secolo, dicendo com’ ei pregò S. Agatone, acciocché ¡n Monafierio fuo curfum canendi annuum , ficut ad S. Petrum Rom# agebatur, edoceret . E del me de/imo parla Amalario nella prefazione de’ fuoi quattro libri de off". Eccl. a Lodovico Pio, ne’ principj del nono fecolo : Poflquim fcripfi libellum , quia parvìtate mea vocatur de Eeclejìaflico Ojj. veni Romam , interrogavique Miniftros Ecçlefiœ S. Petri, quot orationes fonti ejfent celebrare ante Epiftolam Mijfie per dies fefios, iti quibus duas folemnitates celebramus &c. Refponfum efi mitii imam -tantum . Nè inganno® il P. Mabillon ( Muf. Ital. to. z. comm. Pfrtv. c. 4. ) dicendo che ne’primi nove Secoli rara in urbe , & forte nulla, præterquam in Bafilica^ Vat. Clericorum ollegia erant : poiché non fembravano elfi veri Monaiterj, ma collegi di Chenci ; iiccome non monaci, ma cherici parean que’ Miniltri interrogati da Amalario. Ed è notabile che ciò feguì appunto in tcnopo di S. Gregorio IV. iititutor de’Monaci Canonici in S. Maria in Traitevere, e initaurator del Divino fervigio inculcato a’Monaci delia Ba-iihea Vaticana. Più chiaramente fi vede ciò nelle Bolle di S. Leone IX. ( Rullar. Vatic. To. 1. pag. n.feqq.) La prima delle quali è diretta , Johanni Archipresbytero Ven. Ecclefice B. Petri /ipoftoli, ir e-yufdem-Ecclefia canonicis m monafterio S. Martini mine ordinati*, & ordinandis, ut in choro B. Petri die noiluque divina ojfiifia decantent in perpetuum . E affinchè dal veder caduto il nome di Monaci, e dalla diilanza di più di due fecoli non fi credeffe fucceiìion di Oanoniy a’ Monaci; dalla loi petizione s’apprenda, che erano qu;gli fteflì: Poflulaflis a nobit quatenus confirmaremus qui a Sa nel ¡¡fimo Leone IV. Papa & a quibufdam Pontificibus Romanis vobis Junt - conceffa, & per Privilegia confirmata. La feconda è diretta ai medelimo Card. Arciprete di S. Pietro, iX ipfius Ecclefiœ Canonicis in Monafterio S. Stephani majore nunc ordinata ijf ordinandis in perpetuum : e parimente rammemanfi i Privilegi concedi loro da Paiquale I. Leone IV. e altri. La terza diretta iimilmente al Card. Arciprete predetto ed ejufdem Eecle-Jia fervitoribus , ..^li abbraccia tutti : Veftris petitionibus inclinati, facrofanclis Eo lefias fanclo-r!*7. Johanws i? Pauli, S. Martini, S. Stephani majoris, (y S. Stephani m- ioris vejlris ufiaut défi matas ad exemplar pra.ie. ejforum nofirorum Sergii ’. Leonis V. ire. Quindi è chi la fen-lenza del rommaiim non è da rigettarli, Monaci efifere itati da prima 1 Canonici. Vedi la Prefazione. (14) pag. z8i. Qual maraviglia? Dopo l’anno ioir. Aleifandro II. vi (labili i Canonici Regolari , che anch'oggi chiamanti Lateranenfi, e militavano fotto la Regola di S. Agotìino -cosi il Ralponi ( de Eccl. Later. lib. z. c. 1 ) o per meglio dire, il Panvini del cui MS. che è anche nella Biblior. Vat. fa gran lodi , ma in realtà lo ha copiato tutto, e in varj luoghi mutato, feguendo 1’ ordine e ’1 numero dei Libri, e de’ Capitoli. Confetfa che per più Secoli t,opo Gregorio III. non li trova più menzione di Monaci; che vi furono podi i detti Cano-rnci Regolari, e che Bonifazio VIII. nel fine del Secolo XIII. vi pofe i Canonici Secolari. Perciò non merita plaufo l’erudizione qui fomminiitrata. Più autorevole, e più opportuna è la celebre coitmizione di Niccolò III, per li Canonici di S. Pietro, de’quali s’è parlato nelle note precedenti. Fu eifa fatta l’anno 117?. ( cioè 74. anni dopo che ci fi da per cofa rara la vita comune, e il Chioftro de’Canonici ) ed è commendata tanto dagli Autori fpe-cialmente dal Rinaldi, e dal B/.ovio ( Bull. Vatic. to. t. p. 177. 'feqq. ). Ivi fi determina ( pag. 187. ) che, fi quis Canonicus extra dìElam Canon'cam , feti Claujìrurn ipfius pernotta-verit.. .. De gratia tamen concedimus , quod fi per totum anni circulwn prò fuis, vel amico-rum fuorum expediendis negotiis , feu ex quacumque alia honefta caufa viginti diebus interpolata , feu continuis extra Canonicam, feu Clauftrum ipfius voluerit permanere, libere pojjìt hoc facere . Tralafcio per brevità gli altri luoghi . Solo dico che la Canonica per la maggior parte de’Canonici era il Monailerio di S. Stefano Maggiore, ove oggi abitano i Mori ; la terza parte abitava in S. Stefano Minore detto degli Ung'neri in faccia alla porta latterale della nuova Baiìlica preifo alla Sagreltia ( Veg. lib. 4. n. uf. ap. Rolland, to. 7. Jun. Alpha-ran. libell. MS. lit. g. ); e nella Tavola Icnografica del medefimo Alfarano fi vedono le piante d’ambedue i Mdfiafterj ( Ut. b. ed f. ), e vi fi vede anche la nuova fabbrica fatta da Kiccolò III. ( lit, g, ) per la refidenza non folo de’Canonici, ma anche de’Benefiziati no*