Cinquantesimasettima; 19$ gere le fatiche di lui da me date alla luce. Scrive egli adunque, varj edere i Miniilerj, de quibus, Deo opitulante, Ego Beroldus Cuflos & Ci- cendelarius ejusdem Ecclefice, quidquid vidi &c. huic nojlro Libello tradere difpofui. L’ufizio dunque di Beroldo fu la cura de i luminarj del Tempio, e il cuftodire Cicendelas, cioè le Lampane, i Ceroforarj, i Candelieri, ed altri fimili vafi e mobili desinati a far luce nella Caia di Dio. Parlando poi de gli Ebdomodari, foggiugne: Sed Nuper in tempore Dom-ni Olrici Archiepifcopi, Subdiaconi cum Cujìodibus convenerunt, ut quatuor Cuflodes Hebdomodarii Jujcipiant in omni cadavere ( cioè per ogni Defunto ) denarios &c. pensò il Puricelli dopo il Calchi, il Sigonio, ed altri, che Olrico Arcivefcovo terminafle il fuo vivere nel 1123. Il Chiarifs. Sign. Giufeppe Antonio Saffi Bibliotecario dell’ Ambrofiana nelle Note e Landolfo iuniore Storico Tomo V. Rer. Italie, pag. 507. dimoftra con ficure pruove, ch’egli folamente mancò di vita nel dì 28. di Maggio del 1126. e per conlèguente poco dopo fi mife Beroldo a fcrivere quelle memorie. Nel MSto Codice primieramente comparisce Cognato Aurei Numeri, Lunarum, una cum Etimologia jìngulorum Menjium &c. dove fi legge : Si vis invenire argumentum , per quod pojfts probare , quot Anni funt a Nativitate Domini, extende ordines IndiElionum , cui funt modo LXXIII. adjunge I. nam lndiclio non nifi ad XV. annos crefcit. Quello conto lo dovette copiare da altri Beroldo r perchè indica l’ Anno 1096. Seguita ur\ ^Calendario antico. Pofcia qaomodo dividun-tur denarii in prcedicla Ecclejia, che io ho dato alla luce, per far cono-feere le ufanze di allora, e le Fede della Chiefa Milanefe . Seguita i-vi Ordo & Ceremonicz prcedicla Mediolanenjìs Ecclejia per totum Annum . Buona parte di tal Opera ho io pubblicato. Succede de Jitu Civitatis Mediolani-, de adventu Barnabce, & Vita eorum. Quelli due Opufcoli ho dato al Pubblico nella Par. II. del Tomo I. Rer. Italie. Quivi ancora fi truova De Recuperatione Offici i Ambrofiani Jacla a beato ConJeJJore Eugenio . Si vede ilampato da Bonino Mombrizio. V’ha in oltre Expojitio Matutini Officìi faci a a Theodoro Archiepifcopo. Teodoro li. Arcivescovo di Milano afeefe a quella Cattedra circa l’Anno 735. Ma in quella Operetta fi vede citato Amalarìo, che circa l’Anno 825. fcriffe il Libro de divinis Offìciis . Adunque non fuffifte un tale Autore. Altri Opufcoli elidono ivi, ma di poco rilievo. Nel fine d’uno intitolato Expofitio Ex-espiati fi legge : Nomea vero A u cìoris hujus Operis feire cupiens, computacapitales Literas per ordinem Feriarum, incipiendo a B. Capitali primi u/que in finem , £> nomen perfeclum habebis. Ne rifulta BEROLDV’S. Queilo coilume di difegnare il fuo nome per via di Acroilici è di grande antichità, come ofiervai nella Prefazione al Poema di Donizone Tomo V. Rer. Italie. Pertanto avendo io feelto da gli fcritti di Beroldo quello, che mi è fembrato di qualche utilità per dar lume al Rito Am-Diff. hai. T. Ili H N bro-