44*. Dissertazione che il Re formaffe Decretum mundiburdiale, cioè di difefa del Vefcovato di Reggio , con dichiararfene egli fteffo Avvocato e Vicario in avvenire. Nel Decreto, che io cavai dall’ Archivio de’ Canonici di Reggio, non fi vede il Monogramma Regio, che non fi dovea mettere in fimili Atri. Fil anche celebre anticamente, ed è tuttavia cofpicuo in Tofcana , e nel territorio di Chiiifi il Moniilero di San S-ilvarore di Monte Amiate . Di effo molte not'zie diedero 1’Ughelli ne’Vefcovi di Chiufi, e il Mribillone ne gli Annali Benedettini. Fama è, che Ratchis Re de’ Longobardi lo fondaffe* ma in quelV Opera ho fatto conolcere la finzione di quel Documento. Ora anche quel facro Luogo nell’Anno 1004. mortahum invasione era quali ad nikilum redaclum : laonde Wint^one Abbate fatto ricer-fo in Pavia ad Arrigo Primo fra i Re d’Italia, che poi fu Imperadore, ne ottenne un Diploma ( eftratto dall’ Archivio dello Spedale di Siena ) per cui effo Re conferma a quel Moniilero tutti i fuoi Beni , aggiugnen-do : atque ab omnium mortaliurn invafione tuemur &c. Una fimile difav-ventura toccò ad un altro Moniilero efiftenre una volta nel tefruorio di Siena fotto nome di Santo Eufebio , e ridotto in mifero flato, eo, quoì Curtes , tsrrasque , quas antecejjures noflri ad fumptum Monachorum comu-lera.ni , pravi /tomines abjìultfjent. Arrigo IV. fra i Re di Germania e d’ Italia nell’Anno 1081. fiando in Roma, con tuo Privilegio confermò ad effo facro Luogo tutti i fuoi Beni. Alle difawenture delle Chiefe contribuì ancora un’ altra cagione, cioè le frequenti irruzioni de’ Barbari nelle Provincie d’ Italia, cioè de1 Longobardi, Saraceni, ed Ungheri . Quanti mali, e qual defolazione recaffero i primi al Moniilero Cafinenfe , allorché ebbero fiffato il piede in Italia, cel fa fapere là Cronica di Leone Oftienfe. Anche da 1 Saraceni il medefimo fanto Luogo fu ridotto all’ultima miferia nel Secolo Nono ; e quella ileffa tempeila fi fcaricò fi>pra i Monifierj di Cafauria , di Farfa , del Volturno, della Novalefa, ed altri minori, ficcome ancora fopra tutti que’Vefcovati , dove potè giugnere quel Popolo nemico de’ Crilliani. Fecero peggio gli Ungri,cggidì Ungheri, gente Tartarica , e fopramodo fiera , che nel Decimi.) Secolo ufeendo quafi ogni anno dalla Pannonia venne a facchrggiare la maggior parte delle Città d’Italia, flragi ed incendj commettendo dapertutto . Allora fu , che i terntorj di Verona, Reggio , Modena, e d’alti e Città, e l’infigne Moniftero No-naritolano con altri non pochi rimale defolato, e fin la Ileffa Città di Pavia prefa fu confegnata alle fiamme , confeff^ndo lo Storico Liurprando, tanta effere fiatala ferocia e rabbia di que’Barbari, che non ofando alcuno di opporfi, libero campo rellò loro di penetrar nelle vifeere dell’Italia. In tale occafione effendofi falvati colla fuga i più de gli abitatori, c confumati dal fuoco gli Archivj di non poche Chiefe, in quell’ orrida de-iolazione bel comodo ebbero gli empj e cattivi uomini per occupar le ter- . re de