SESSANTESIM AQUARTA, 305 bus ultra quiefcendi locus ojfertur, ad tollenda ea , qucs Epifcoporum funt, opportune importune fatigantur. Quivi perciò nel Canone XVII. fu vietato agli Abati e Monaci publicas pcenitentias dare, & injirmos vìjìtare , & uncliones facere -, & Mijfas publicas cantare. Chrisma , & Oleum, Confecra-tiones Ahariuni, Ordinauones Clericorum ab Efifcopis accipiant, in quorum Parodila manent . Ciò che i Monaci rifpondeffero allora per conto de’ lor dominj, non importa riferirlo. Avrebbono ben potuto anch’effi chiedere, perchè i Vefcovi ed Arcivefcovi , dappoiché l’Apertolo nell’E-piitola II. a Timoteo avea defiderato, ne militantes Deo implicarent fe in negouis Jlecuìaribus , erti con non minore cupidigia cercavano il governo temporale delle Città e Cartella , ed altri fecolarefchi impieghi, che portavano con feco anche l’impegno di guerre fanguinofe. Ma bafta qui iolatnente accennare, che in vano fi fpefero quelle grida, e i Monaci e gli Abbati continuarono a godere il poffeffo de’ tanti lor Beni. All’incontro vi furono una volta alcuni Vefcovi, che non contenti di pofledere e governare la lor propria Diocefi , fi ftudiarono d’accre-fcere il loro Popolo coll’altrui, rtendendo la mano fulle Diocefi confinanti. Talvolta ciò avvenne per giufte cagionile coll’ ailenfo della Sede Apoftolica , cioè allorché bollivano guerre , o crefcendo le paludi de-vaftavano le campagne , e ingoiavano le Chiefe, talmente che non renavano più le rendite dovute e neceiTarie al Vefcovo. Altre volte nondimeno quefto accadde fenza legittima cagione , e (blamente per fod-disfare all’ambizione d’alcuni, fomentando i Principi del Secolo , e non già i Romani Pontefici, fimili ufurpazioni riprovate da i facri Canoni. Nella Cronica del Volturno Par. II. del Tomo l. Rer. hai. pag. 388. di-fputa fu nell’Anno 839. coram Sleardo Principe Beneventano , inter Herme-rijfum Epijcoptim Beneventanum, e i Monaci di Santa Maria di Sano, per cagione di una Parrocchiale, che il Vefcovo pretendeva di fuo diritto , laddove i Monaci l’attribuivano al loro Moniftero . Non fu conofciuto dall’Ughelli quefto Hermeriffo Vel’covo di Benevento, e convien riporlo fra Orjo ed Aione all’Anno 839. Leggefi nella medefima Carta, che quella rteffa Parrocchiale usque ad tempus Domni Gifulfi Ducis , & Monoaldi Revere ntijjimi Epifcopì fuijje In dominio SanBce Beneventane Eccle-Jì