SeSSANTESIMAOTTAVA. 357 una Settimana; v’era quella di un Anno e in queft’ultima fi doveano difpenfare pauperibus viginti duo Solidi, o viginti Jex, come hanno altri tefti. Eranvi ancora certi giorni, e maiììmamente delle tre Quarefime , ne’ quali quidquid ori fuo prceparatur in cibo vel in poiu , iilud ccjìimet, quanti predi jìt, vel ejfe pofjic : & medieiatem illius predi diflribuat in eleemcfy-nam pauperibus &c. Abbiamo parimente dal Concilio Triburienfe dell’An-no 895. al Canone 56. varie pene prescritte a gli ornicidj volontarj , con aggiugnere , che intervenendo qualche r^cemtà , Liciium (ìt eis ter-tiam Feriam, & quintam , atque Sabbatum redimere uno denario, vel pretto denarii, five tres Pauperes prò nomine Domini pafeendo . Penfa il dottif-fimo Giovanni Morino nel Lib. X. Cap. 17. de Difcipl. Pcenit. che que-fte Redenzioni fi cominciaffero ad introdur {blamente dopo 1’ Auno 800. nè fi debbano attribuire a Teodoro Cantuarienfe quelle , che comepre-fe dal fuo Libro fon prodotte da Burcardo, Ivone , ed altri. Ma chi confiderà la tanta copia di Penitenze corporali impofte a qualfivoglia peccato , imponìbile era a i peccatori di efeguirle : più giufto è il credere, che non fi tardaffe a trovar altre opere pie da foftituire al Digiuno, e ad altre afflizioni del corpo, come il fanto Sacrifizio ; la Limofina ai Poveri,- le Orazioni ,- l’alzar Templi a Dio; il donare ad effi; il fabbricare Spedali per infermi, pellegrini &c. Salviano gran predicatore del merito di chi lafcia a i Luoghi pii, nel Secolo Quinto, cioè tanto prima di Teodoro nel Lib, 1. adverf. Avarit. inculcava Redemtiones e Remedia pec-caiorum . Pero’antichiffiraa, ficcome dicemmo, è nella Chiefa di Dio la Reden-Z'ion de’ peccati; ma prima di Teodoro, a riferva de’ gravitimi delitti , non v’ era taffa di Penitenze per ciafcun peccato ; ognun facea Penitenza, ma nella maniera, che gli pareva più convenevole alla fua portata . Non così fu, dappoiché ufeirono i Canoni Penitenziali di Teodoro, che taffavano la Penitenza determinata per ogni peccato. Era infoffribile im tal rigore: bifognava trovar temperamento; e però molto verifimiie è, che lo fteffo Teodoro ammetteffe la Redenzion de’peccati, ed imitaffe Giovanni Digiunatore , che in Grecia prima di lui l’avea ammeffa. Certamente non pare affai fuffiftente il ridurre, come fa il Morino, l’introduzione di tale ufanza. Anche Beda, quafi contemporaneo di Teodoro, nel fuo Trattato de Remediis Peccaiorum , infegna la maniera di Redimere i peccati. Quel che è certo, s’ introduffero pochi anni dopo la morte di Teodoro alcune novità , delle quali fi parla nel Canone 26. del Concilio Cloveshovienfe, celebrato da San Bonifazio Arcivefcovo di Magonza nell’ Anno 747. in Germania . Quivi fi legge : Siculi nova adin-ventio , juxta placitum fcilicet propria voluntatis Jua , nunc plurimum pericu-lofa Confuetudo ejl, non Jìc Eleemojyna. porrecla ad minuendam, vel ad mu-tandam fatisfaciìonem per Jejunium y & reliqua expiadonis opera , a Sacerdo-Dijf. /tal. Tom, HI. Z 3 u