5 E T r A N T E S 1 M A T E R Z A. 407 & Sancii Januarii Martyris Chrijh, esdificatam juxta Leccedio. Nè pure ù tennero le mani in pOgno i Vefcovi di Parma. Nobile Abbazia era quella dt San Remigio di Bercelo, già fondata dal Re Liutprando. Non mancarono que’Ve covi di aggiugnerla al loro patrimonio, come ne fan fede i Documenti prodotti dall’Ughelli nell’Italia facra, e in oltre un Diploma da me pubblicato di Rodolfo Re d’Italia dell’Anno 922. dove leggiamo , che quel Re conferma ad Aicardo Vefcovo di Parmai Beni, che i precedenti Re ed Augufti juri & dominio Parmenjis Epijcopii per-petualiter donantes fubjecerunt, fra’quali Abbatiam de Bercelo , in honorc Sancii Remìqii conjiruclam in Comuaiu Parmenf. Celebre altresì fu, ed è tuttavia affai ricca 1’Abbazia di Bremide nella Diocefi di Pavia, e nel territorio della Lomellina, che ebbe il fuo principio nel Secolo X. Fu eiTa nell’ Anno 1093. aggregata al Vescovato di Pavia da Arrigo IV. fra i Re , ed Imperadore Terzo, come rifilila da un frammento d’un fuo Diploma , eh’ io ho dato alla luce. E certamente da che un Vefcovo avea tirato in fuo dominio qualche Monifte-ro , non mancavano i SucceiTori di tener forte quella preda. Non so io dire, fe per proprio diritto , o pure per Farti, che erano una volta alla modj, godettero 1 Vefcovi di Mantova due Abbazie, cioè P una di San Ruffino, e l’altra di San Cagiano. Solamente so, che nell’ Anno 1920. Arrigo I. Imperadore con fuo Privilegio le confermò ad Hitolfo Vefcovo di Mantova, coftando ciò dal Documento, ch’io truffi dalle tenebre. Così i Vefcovi di Parma goderono da lì innanzi P Abbazia poco fa nominata di Bercelo -, nè contento di ciò Wibodo Vefcovo di quella Città , impetrò da Carlo il Grotto Augufto Abbatiam Monaferd, quod dicitur Mediana rfiam in honorem Beati Paul'. Apoftoli,fibi, Juczque Ecclfcs Par-merfi jure propnetano perpetuis futuris temporibus. Di fopra nella Differta-zione LXIV. io feci conofcere , quanto i Monaci profittaffero della pia liberalità de i Vefcovi . Ottervifì ora , quanto ancora gli fletti Vefcovi afl>rbirono del patrimonio de i Monaci, pochi ettendo quelli, che non tiraflero a sè qualche Momftero: del che parlano gli antichi Diplomi. Vedefi in un Privilegi originale, efiftente nell’Archivio de i Canonici di Padova, dato a Bernardo Vefcovo di quella Città nell’Anno 1058. da Arrigo IV. Re di Germania ed Italia, che gli fono confermate Cortes , Ab-badae , Senodochia, omnesque Plebes . Ed Arrigo Secondo fra gli Augufti nell’ Anno 1054. confermò a Benedetto Vefovo d’ Adria Abbatiam Gavel-lenfem Sancii Caffìani. Furonvi anche una volta alcuni Vefcovi, i quali fi lervirono dell’autorità della Sede Apoftolica per appropriarli i Beni de i Monaci. Ne abbiamo 1'efempio in una Bolla di Leone IX. Pontefice Santo , data 1 Anno 1049. Johanni Abbati Monaferii Sanclce Mance Val-lis Pontìs nella Diocefi di Perugia, in cui rettituifce ad etto Abbate quel Momftero , dicendo , Ab omm edam alieninone liberos vos & Jecuros red- G g 2 dere