[i I.VI.18] L’ammiraglio Cagni 101 Umberto Cagni mi riceve con grande gentilezza e mi fa visitare opere militari molto interessanti. L’eroe delle esplorazioni al Polo e al Ruvenzori, dello sbarco a Tripoli e della battaglia di Bu-Meliana, è sempre pieno di affascinante energia, come ogni grande condottiero d’uomini e di opere. Presi tutti i necessari accordi per gli sbarchi, una potente automobile mi trasporta a Genova con velocità fantastica. A Genova visito il porto che è pieno di merci; prendo accordi col prefetto e con le autorità portuali. Muore il grande poeta e musicista Arrigo Boito. 11 Giugno. A Milano. — Alle ore 16 riunione alla Camera di Commercio. Sono presenti tutte le autorità cittadine e tutte le rappresentanze commerciali ed industriali della Lombardia, senatori e deputati. La sala è affollatissima. L’accoglienza è affettuosa, simpaticissima. Presiede il senatore Salmoiraghi. Parlano il comm. Goldmann, il senatore Gavazzi e molte altre personalità. Rispondo descrivendo tutta l’organizzazione di guerra alleata che fa ormai del mondo intero una immensa cooperativa, diretta da un comitato di soli otto uomini. I paesi alleati sono diventati un enorme ente comune che riunisce tutte le risorse, di sangue, di energia, di materie prime, e le ripartisce in proporzione dei bisogni. È stato necessario limitare i consumi e quindi diminuire le importazioni; ormai però la crisi sta per risolversi e gli scambi commerciali internazionali potranno in parte riprendere. Ancora due ostacoli si frappongono a tale ripresa per l’Italia: il pericolo di provocare una rapida ascesa dei cambi, e la mancanza del tonnellaggio ancora impegnato nei trasporti necessari alla guerra. Chiedo ai commercianti ed a-gli industriali i necessari sacrifìci. Ma il Governo non lascerà fermare le fabbriche. Spiego la situazione dei cambi e dimostro che i maggiori danneggiati dalla loro ascesa sarebbero