ClNQUÀNTESlMÀSETTIMÀ. i 8 $ Cuoi proprj Riti ; e fino nell’Italia, benché più flrettamente fuggetta al Romano Pontefice : non mancarono fomiglianti efempli. Fra l’altre maf-fìmamente la Chiefa Milaneie divenne celebre per queflo anche preiTo gli antichi . Ma col tempo fi fludiarono iiJlomani Pontefici, per quanto poterono, d’indurre tutte le Chiefe di (Accidente ad abbracciar gli ufi della Chiefa Romana, e ad abbandonar le lor diverfe Liturgie, per andar tutti concordi nelle facre funzioni. Erano anche forzati una volta i Vcfcovi, fpettanti all’ ordinazione del Sommo Pontefice, a promettere quella uniformità, come apparifce dal Libro Diurno Cap. 3. Tit. 7. Nè fu fenza effetto la lor tura -, perciocché a poco a poco cedendo i Prelati all’ donazioni, o al comando , tutti, a riferva de’Milaoefi, fi riduf-fero a efeguire i Riti di quella Chiefa , da cui tutte le Occidentali trailer©, o fi crede che traeffero la loro origine ed iilituzione. Avvenne ciò fpe-zialmente regnando in Francia Pippino e Carlo Magno. Perchè eflì Monarchi profetavano un fommo ofTequio a i Romani Pontefici, e probabilmente andavano meditando di aggiugnere l’Italia a i lor Regni, e di trasferire in sè la Dignità Imperiale (17) ( cofa che avvenne poi in effe Carlo il Grande ) e ben conofcevano di che importanza foiTe per riu-fcire in queflo dilegno i’ amicizia e la protezione della Santa Sede : perciò nulla più aveano a cuore, che di compiacere ad ogni lor defiderio e richieila . Di qua venne , che per l’impulfo di eiìì Pontefici la Chiefa Gallicana rinunziando a gli antichi fuoi Riti accettò i Romani. Racconta Landolfo feniore Storico Milanefe del Secolo XI. la cui Storia pubblicai nei Tomo IV. Rerum halicarum effere flato ordinato fotto Adriano I. Papa nel Concilio Romano, che Carlo Magno per totam Linguam proficifceretur Laùnam , & quidquid diverfum in canta & myjìerio divino in-veniretur a Romano , totam ì) etere t, & ad unitatem Romani myjlerii unirei. Così Landolfo ìiel Lib. II. Cap. 10. il qual pofcia foggiugne, che Car- lo tolfe tutti i Libri della Liturgia Ambrofiana , eccettuatone un folo ; ma che intervenne un Miracolo , per cui apparì, che il Rito della Chiefa Ambrofiana fu approvato da Dio. Da quello Autore prefero poi Be-roldo , Guglielmo Durando, Galvano dalla Fiamma, Bonino Mombrizio, ed altri Scrittori Milanefi, quello che fcrifTero di effa Lirurgia miracoìofa-inente fra quel turbine confervata. Un poco diverfo miracolo troviam riferito da gli Autori Spagnuoli , che Dio, fe loro crediamo, operò per la confervazione del Rito loro Mozarabico. Galvano dalla Fiamma in una fua Opera MSta attribuifce a Papa Leone III. ciò che gli altri dicono di Adriano I. Veramente io nella Prefazione alla Storia del fuddetto Landolfo non laiciai di moflrare, quanto quello Storico foiTe inclinato alle favole, e di fede anche dubbiofa. In queflo racconto ancora egli c&mmife più di un errore di Cronologia, e però non faprei contradire a chi foipet* ('7, Vidi le Annotazioni infine dtl Tome. M 4 tafTe