Quarantesimaquinta. 47 in fede, e maggiormente tener falde nella divozione verfo l’imperio quelle, che erano del fuo partito, giudicò meglio di accordar ad effe de’Privi-legj più ampj di prima. Un bel Documento di quella fua condilcenden-za l’ho io pubblicato, cioè un Diploma dell’Anno 1114. tratto dall’Archivio della Città di Cremona, in cui lo ileffo Arrigo conferma ed ac-crefce i diritti e Privilegi a quel Comune. Fra 1’altre cofe die’egli: ConceJJìmus edam eis, ut extra muros Civitatis eorum , deinceps Palattum, & hofpicium nofìrum habeamus : parole lignificanti, che l’Imperadore promette di non entrar nella Città coll’efercito, ma che riceverà l’albergo folamente nel Palazzo a lui preparato ne’Borghi. Ma come, dirà qui taluno, non fi permetteva a gl’Imperadori d’entrare in Città foggette al loro dominio? Certamente ciò parrà ilrano a’tempi noftri. Ma allora i Popoli, poco fa rimeffi in Libertà, troppo temevano, che ammettendo i Re armati nelle Città, rivangaffero i conti, e voleffero ripigliar gli antichi diritti in pregiudizio delle nafeenti Repubbliche. Si aggiunte un motivo di Carità ne’medefimi Regnanti, perchè ammeifi in feno delle Città gli eferciti, allora fpezialmente indifciplinnti, ed incontentabili, colla lor fierezza ed avidità commettevano troppi difordini, tirando i poveri Cittadini alle Sedizioni. Per quella cagione Pavia , Novara, Parma, Arezzo, ed altre Città fotto il medefimo Arrigo V. rimafero incendiate; e per ifchivar fomiglianti fconcerti, piacque a i Re ed Imperadori amanti della clemenza , che loro foffe preparato 1’ alloggio fuori delle Città ; non già che ad effi foffe interdetto l’entrare nelle Città, ma che non vi entraffero colle lor fokiatefche. Se vogliam credere allo Storico Galvano Fiamma , molto prima di quello tempo era ilato accordato alla Città di Milano un fomigliante Privilegio . È Landolfo Seniore Lib. IL Cap. 16. della Storia Milanefe, da lui comporta circa l’Anno 1080. fcrive , che Adalberto Re d’Italia nel Secolo Decimo Palatium Maximiani, quod Jiium ejl infra meenia Urbis, vel Trajani jnxta Thermas Sancii Greco rii locatum , prceparari Jibi prcecepit. Poi fog-giugne: ignorans, ut ipfe pofìea jimulabat, quoò nullus Rex a tempore Beati Ambrofìi, in cujus presfidiis Civitas Mediolanenfis fuper omnes Italia Ur-bes ab ingreffu Imperatoris Libertatem adquijìvit, Urbem hanc introiviJJ'et. Sogni e favole ci conta Landolfo, riferendo a sì remoti Secoii quello Privilegio. Ciò non oliarne , di qui comprendiamo, che a’fuoi tempi Milano godeva tal prerogativa, la quale fervi poi di efempio ad altre potenti Città per ricercarla ed ottenetla . Però la Città di Mantova, dappoiché pafsò a miglior vita la Conteffa Matilda già dominante in effa, nell’Anno 1116. impetrò dal fuddetto Arrigo Quinto fra i Re que-fto medefimo Privilegio, come colla da un fuo Diploma efillente nell Archivio Arciducale di quella Città, e da me dato alla luce, in cui fi ’ lnfuPer Paludi cum toto munimine 'òefìrmnòi, & extra Civitatem