Quarantesimaquarta: T9 GroJfoLano, Arcivefcovo di Milano in quel tempo, fu chiamato Vìr Giaco, & Latina eloquentia infìgnis. Quefto argomento de gl’italiani ornati della Lingua Greca ne’Secoli barbarici , è poi {iato ampiamente trattato dal P. D. Gian-Girolamo Gradenigo Cherico Regolare Teatino. Ag-giugnerò io folamente, che fpezialmente nel Secolo VI. dell’Era noftia per cura del celebre Caffiodoro, gran benefattore delle Lettere, molti Libri furono tradotti dai Greco . Scrive egli fteiTo nel Lib. de Injliiut. Di-vin. Liter. di aver proccurato , che Epiphanius vìr difertiffimus trafpor-tafle in Latino le Storie di Socrate , Sozomeno , e Teodoreto , e varie Opere di Didimo , e di Santo Epifanio ; Muoiano alquante Omilie del Grifoftomo,- Bellatore Prete le Omilie di Origene &c. Expofttores , dice 10 itelTo Caffiodoro nel Cap. 9. quantos vel invenire prifcos potuimus , vel nuper per amicos noflros de Grceca Lingua transferri, vel nova cubi fecimus . Per impulfo fuo parimente Dionifio Efiguo fece molte verfioni dal Greco. E qui mi iìa lecitoli dire, che al celebre Giovanni Hudfon Ingle-fe , allorché preparava l’edizione dell’Opere di Giufeppe Ebreo., fommi-niftrai qualche notizia intorno al preziofo Codice delle Antichità Giudaiche , il quale fcritto in papiro, o lia Carta Egizziaca , fi conferva neila Biblioteca Ambrofiana. Che quella fofle una verdone fatta da Ruffino Prete di Aquìleja , Scrittore famofo , l’aveano creduto il Gefnero, 11 Labbe , il Voffio, il P. Mabillone, il Cave , il Dii Pin , ed altri illu-ilri Autori. Ma convien afcoltare Caffiodoro, che così fcrive nel Cap. 17. delle fuddette lihtuzioni. Jofephus pane fecundus Lìvìus in Libns An-tiquitatum Judaicarum late biffufus ejì, quem pater Hieronymus jcribens ad Lucinium Boeucum, propter magnìcudinem prolixi cperis a fe perhibet non potuiffe transferri. Hunc tamen ab amicis noflns quia efl fubtilìfjimus & mul-tipìex , magno labore in Libris viginti buobus converti jecìmus in Latinum . Vide quello paffo ii Voffio, e pur non vide fatti tradurre da Caffiodoro i Libri d’efle Antichità iniìeme co i due Libri contro Appione, confondendo quelli con quei de Bello Judaico , la traduzion de quali, come dice ¡1 medefimo Caffiodoro , alii Hieronimo, alii Ambrosio, ahi deputant Rufino . E però intendiamo , che a gli amici di Caffiodoro , e non già a Ruffino, s’ha da attribuire la veriione delle Antichità Giudaiche, la qual li truova nell’inlìgne Codice Ambrolìano . Mi credeva io di aver trovato anche un’antichiffima veriìone di Scrittore Greco in un altro Codice della ftelTa Biblioteca Ambrofiana , che contiene molti Sermoni ed Omilie con quefto titolo Sanclus Severianus. Tolto mi figurai, che foffero parto di Severiano Vefcovo Gabalitano , celebre fra’Greci per la fua Eloquenza, che fiorì circa 1’ Anno di Cri-fto 390. prima grande amico, pofcia avverfario di San Giovanni Grifo-ftomo . Da Gennadio vien chiamato nel Cap. zi. de Viris Illufir. in Homiliis àeclamator dò mirabili s. Cominciai a copiare que’ Sermoni, ma B z fui