3i Dissertazione obbligati a i Greci , da i Libri de’quali tradotti in lor Lingua prefero il meglio di quella profeffione. Potrei qui io rammentare non pochi Scrittori Greci, che illuitrarono effa Altronomia, e alcuni di eflì privi finora di luce, da me veduti nella Biblioteca Ambrofiana ed Eftenfe. Ne accennerò un folo Greco, confervato nell’Ambrofìana, in cui v’ha Theo-nis Alexandrini in manuales Canones explicaùo. Seguita Claudii Ptolomcet explanatio & defcriptio manualium Canonum AJlronomice , & quomoào ipjis u-tendum (it, methodus dilucida. Si aggiugne Claudii Ptolomcei de Hippothe-fihus PLanetarum , dato alla luce in Londra 1’Anno 1620. da Giovanni Brainbrigde. Succede Canon Regum, di cui è Aurore lo iteiTo Tolomeo, pubblicato dal Dodwello fra le Differtazioni Ciprianiche. Seguita appreso Canon illufìrium Urbium j e un altro NLenjium & dierum JEqyptiaca-rum con altri Canoni Altronomici. Pofcia viene Johannis Grammatici A-lexandrini , cognomento Philoponi de ufu feu militate A(Irolabii. Indi Altera Meihodus Aflrolabii ; e poicia Canon Imperatorum Romanorum ac By^an-tinorum, che termina in Teofìlo, Michele, Bafilide, e Leone. Vengono dopo Canones Confulares, pubblicati dal Dodwello, e attribuiti a Teone Alefl'andrino . Finalmente ivi iì leggono Canones Agronomici . Il Codice fcritto con gr?n diligenza, moiira l’età di più di quattrocento anni,- le Lettere ornate di mimo, e di altri ornamenti. Quivi fi mira un uomo, che inginocchiato, per mezzo di un lungo tubo, appoggiato a un’aita diritta, ita contemplando la Luna e le Stelle. Un limile attefta il P. Ma-billone di avere oifervato in un altro antichilìimo Codice : il che potrebbe far credere , che gli antichi Aftronomi avellerò qualche conoi'cenza ed ufo del moderno Cannocchiale . Anche Gian Batiita Porta nel Lib. della Magi^ Naturale nell’Anno 1549. fece menzione di un fomigliante tubo; e fi dice, cheTolomeo Evergete ebbe un Telescopio nel Faro di Aleilandria , coll’aiuto del quale mirava le navi in gran lontananza. Ma il Sig. di Marnile , Enrico Vagetio , e Giovann’Alberto Fabrizio, con ragione pretefero, che que’tubi foiTero fenza vetri , e adoperati fola-mente per aiutar la viita, difendendola dalla frappoiìzione de gli oggetti laterali. Cc sì prefl’o Ditmaro Lib. VI. della Storia, Gerberto fepra da noi mentovato, che fu poi Papa Silveitro II. fama è che fabbricale un Orologio , conjiderata per Fijlulam quadam Stella nautarum duce . Ma non fi può negare, che sì iìretta familiarità de i Letterati Criitia-ni co i Saraceni Arabi, o fia co i loro Libri, li traiTe ancora ade’va-niflìmi ftudj , de’quah fommamente fi dilettò quella Nazione. Parlo della Strologia gìudiciaria, o fia dell’indovinar le cofe futuie per la politura delle Stelle: al quale itudio , noti/fimo anche in addietro, coloro incitarono maggiormente le rette Europee. Non parlo io qui della Strolo-gìa naturale, riguardante le itagioni e le campagne, rna di quella, che prefume d’indovinar le azioni e rifoluzioni libere dell’ Uomo . I Cai-