41 Dissertazione ra di unione pubblica. Abbiamo poi la tedimonianza de gli Annali di Pifa Tom. VI. Rer. ItaL che fin dall’Anno 1002. e 1004. Pifani vice-runt Lucenfes . E nel 1006. Pifani & Januenjes devicerunt Sardineam. Laido il redo, badando quedo a farci intendere, che in quel Secolo ftedo i Popoli della Tofcana godevano una fpecie di Libertà. Veramente non edendo quegli Annali dell’ antichità , ch’io bramerei , non so le in tutto ci podiam fidare d’effi. Quello, che a me par certo , nell’Anno 1081. la Città di Pifa fece de’patri con Arrigo IV. Re di Germania e d’Italia, che l’Ughelli riferì nel Catalogo de’Vefcovi di Pifa. Leggonlì ivi molte cofe degne di odervazione , e ipezialmente il prometterfi da Arrigo: Nec Marckionem aliquem in Tufciam mitianus fine laudatio ne homìnum duodecim Elettontm in colloquio fatto fonanùbus campanis . Quedo luppone già formato in Pifa un Conlìglio di quel Popolo, e che in edo nledeva molta autorità . Io non so di qual tempo fode compodo un Sermone MSto Domni Uberà venerabili* Abbads , ch’io vidi nella Biblioteca Ambrofia-na, e dove fi leggono le feguenti parole dette al Popolo di Milano: Tu fupplantare queeris Cremonenjem ; Jubvertere Papienfem , de le re Novarienjem . Manus tua contra omnes, & manus omnium contro, te &c. O quando erit ilio, dies , ut dicat Papienfis Mediolxnenfi : Populus tuus Populus meus ; Cre-menjls Cremonenjì : Civitas tua Civitas nica &c. Davanti a quello Sermone danno quell’altre parole: Hcec minuta laboris fui miait in ga^ophyla-cium Sancii Ambrofi devotio Paulì & Gebdiardi, Preti, che per attella-to del Puricelli , e del P. Mabillone fiorirono circa il 1020. ma mi re-ila dubbio , fe tali parole riguardino il fudeguente Sermone . Pure abbiamo dallo Storico Arnolfo iuddetto Lib. II. Cap. 7. che regnando lo ileflo Corrado Primo fra gli Augulli, 1’ Arcivescovo di Milano Enber-to attediò Lodi colla milizia Milanefe, con obbligare quel Popolo a ricevere un nuovo Vefcovo . Ab ilio tempore inier MsdibLvnenjes & Lau* denfes implacabile viguit odium , unde poflea per multa anno'um curncula proc-dee , & incendia, ceedesque alternarli innume ree . Ecco un Popolo, che circa l’Anno 1028. fa guerra coll’altro: fegno di pretefa autorità e Libertà. Aggiungasi ora, quanto operò il medefimo Corrado Augudo in Lombardia . Racconta Sigeberto nella Cronica al Anno 1039. che quedo Im-p^radore tornò in Italia , quia omnes Longobardi conjuraverant, ut non pa-terentur quemlibet Dominum , qui aliud quam ipf vellent, contra fe ageret. Perciò Eriberto Arcivefcovo di Milano per ordine di edo Imperadore fu carcerato ; ma trovata maniera di fuggirfene, fulcitò polcia il Popolo di Milano contra d’edo Augudo , e virilmente gli fece refidenza. Non è da riferire quedo avvenimento all’Anno 1039. come fece Sigeberto ; ma sì bene al 1037. come fcriffe Wippone Storico contemporaneo. Durò per due anni quella turbolenza , e Corrado impiegò indarno le fue armi nell’ adedio di Milano, come s’ ha da i due Storici Milaneft Landolfo