Quarantesimaquinta. 45 ri, talmente che, fecondochè racconta effo Landolfo, Arrigo Secondo tra gli Augufti trattò con Lanzone Capo del Popolo , che inducede il me-defimo Popolo a giurar fedeltà al fuo Trono, e a permettere, che le Cesaree fchiere entraffero in Milano: il che poi non ebbe efecuzione. Ma qual forma di governo introduceffero allora i Milanefi , per mancanza di memorie non iì può chiarire. Pure può quedo bailare per adìcurarci, che molto prima di Arrigo V. Re, e del Secolo XIL s’era introdotta una particolare, per non dire intera fpecie di Libertà nel Popolo Mila-nefe, e in alcun altra Città di Lombardia, come avevamo propodo di provare. Oltre di che pare, che anche più anticamente i Nobili formai-fero nelle Città una forma di Comune, Corpo, od Univerfità con Privilegi gl’Imperadori : del che parlammo di fopra nella Differì. XVlll. Dall’Archivio Arciducale di Mantova io traili un Diploma di Arrigo li. Re di Germania ed Italia, dato nell’Anno 1014. in cui egli conferma vari privilegi ed efenzioni cunclis Arimannis in Civitate Mantuce , Jive in Cafìro, qui dicitur Portus &c. habitantibus, cum omnì eorum hereditate &c. Communaliis &c. Un altro fimil Diploma conceduto fu a que’ Cittadini nell’Anno 1055. dove parimente fi parla de E remania, & Communibus rebus ad prcediclam Civiiaiem pertinenùbus , con aggiugnere: Et eam conjue-tudinem bonam & juflam habeant , quam qucelibet nojìri Imperli Civitas ob-tinet. Vedremo nella DiíTert. XLV1ÌI. menzionate fovente bonce confuetu-dines , che le Città di Lombardia ergevano , che Federigo I. confermaf-fe a tutte. Truovanfi ancora femi della nafcente , 0 pure della già (labilità Libertà in Ferrara nell’Anno 1055. qualora attentamente fi confi-deri un Diploma dato in quell’ Anno a’Ferrarefi da Arrigo II. Imperado-re, e Re Terzo, che farà da me rapportato nella Differtaz. LXVIII. Sono periti tutti, o quafi tutti gli Archivj antichi delle Città d’ Italia, perchè per accidente , o per malizia bruciati, o meffx a facco , di modo che niuna ne ho trovato , che confervi le vecchie fue memorie fopra i tempi dii Federigo I. Imperadore. Nel Diploma fuddetto fono accennate molte Confueiudini di que’tempi, che altronde non fi pedono imparare. Se s’ ha da credere a Tolomeo Storico di Lucca , nel 1064. già la Città di Lucca era divenuta Comunità . Ma niun tempo più acconcio trovarono le Città d’Italia per otte-» nere Privilegi da gl’Imperadori, e piantare fodi fondamenti della loro Libertà, che fotto Arrigo Quarto fra i Re, e Terzo fra gl’Imperado-ri (*). Rimado fanciullo, allorché mancò di vita 1’ Imperador fuo Padre , con quanta debolezza e sregolatezza egli tenede le redini del Pregno, quand’ anche lo taceffe la Storia , potremmo argomentarlo da gli sregolati co-dumi, e da’troppi Viz} di allora. Più che in addietro fi vide in quel tempo qual incanto feco porti l’oro e l’argento: e però facile fu il vendere e comperare i diritti dell’ Imperio j molti ancora ne furono ufur- (*) Vedi la nota u, del Tomo precedente* pcltl