Dissertazione curare le Vie, i Ponti, e gli argini de’Fiumi, con aver dimefìe al Principe quafi tutte le Regalie . Anche nel Secolo XIII. fotta Lodovico VII. Re di Francia, come hanno oifervato gli eruditi Franzefi, e particolarmente il Du-Cange nel GlofTario Latino, s’introduffero, o prelero gran piede anche le Comunità in Francia, ma diverte molto dalle antiche Comunità d'Italia. Imperocché nelle noftre contrade ne’vecchi tempi lo ftef-fo era Comune o Comunità, che Repubblica , o Città libera, che godeva il diritto di formar le proprie Leggi, di eleggere i proprj Magiflrati, e d’imporre Tributi, fuggetta folamente all’alto dominio de gl’ Imperadori o de’Romani Pontefici. Ma le Comunità di Francia furono bensì ornate di Privilegi da i Re o Principi, ma non mai goderono 1’ Autocrazia o diritto del Principato, e fomigliavano a quelle, che oggidì fi mirano in Italia . Anche fotto i Romani antichi ogni Città godeva il titolo di Repubblica con autorità dilunga mano maggiore, che le Comunità Italiane de’noftri tempi. Del refto non fi può negare, che ne’ Secoli barbarici , cioè dopo il 1200. l’Italia producete de’Tiranni, ed anche non pochi. Il determinar nondimeno', a quali con giufto titolo conveniffe quello infame titolo, jion è sì facile . Solamente potrà forfè ciafcuna particolar Città, col ben confiderare le fue Storie, e le varie liquazioni e avventure de gli fconvolti vecchi tempi, e il volere o bifogno de’fuoi Cittadini, decidere, qual nome competeffe a chi una volta ivi comandò. Imperciocché vi furono anticamente di coloro , che colla forza impofero il giogo della fervitù alle proprie Città , e perciò tirannicamente ne cominciarono il dominio ; ma perchè pofcia con giuftizia e dolcezza trattarono quel Popolo, e pofero ogni ftudio per procurargli quiete, gloria , ed accrefcimento , buoni e legittimi Signori divennero, e particolarmente da che fu approvato dal fupremo Principe il loro dominio. Sanno gli »Eruditi , quanto fi difputi di Giulio Cefare, e di Augullo Imperadori Romani . S’ha anche da riflettere in sì fatte controverfie a idiritti della guerra; perciocché non s’hanno tofto da incolpare di tirannica violenza i Fiorentini , perchè fpogliarono Pi fa delia fua libertà; nè i Vi[conti , perchè aggiunfero al loro imperio Pavia, con varie altre Città, per tralalciare altri firaili efempli di Città Italiane. Altri pofcia fi truovano, che per lodevole via, e col precedente confenfo de’Popoli prefero il dominio di qualche Città; ma a poco a poco fi lafciarono trafportare alla tirannia, per la cieca cupidigia di regnare a fuo talento. Nell’Anno 1342. i Fiorentini per loro Signore eie itero Gualtieri Duca di Atene . Poco flette co-ftui ad abufarfì della fua autorità in danno del Popolo; laonde molla contra di lui una fedizione, ebbs per grazia il poter falvare la vita colla fuga . Nò da quefto ruok> s’ha da rimuovere Bernabò Vifconte, efìen-dofi egli colle fue crudeli maniere talmente renduto odiofo al Popolo di Milano, che niuna perfora faggia fi dolfe dell’ opprefiìone a lui fatta dal Ni-