200	Dissertazione
valentia ccntum Libras Imptrialium, & a ccntum fupra , teneatur apportare, vei apportarì facere in Vigilia Beati Georgii ad honorem Dei , & Beata. Vir~ ginìs Maria , <S* ipfius Martyris , unum Cereum ad Matutinum . Et omnes Ordines C ivitatis Ferrarice , fingali per fe, teneantur Jìmiltter de Communi-tate Jua mittere ad Ecclefiam prcsdiclam unum Cereum de duabus Libris ceree. Quanto fruttaiTero tali Feiìe alla Chiefa, lo può intendere ciafcuno.
   Non fi potrebbe con poche parole Spiegare^ qual foife la magnificenza e religiofità , con cui fi facevano una volta le Traslazioni de’Cor-pi de’Santi. Ailora i Popoli e i Yefcovi di tutte le vicine Città colà concorrevano, facendo a gara ognuno per vedere e venerare le preziofe fpo-glie de’Santi, per iiperanza ancora di riportar grazie fpirituali o temporali da Dio per mezzo loro . I PP. Bollandoti ne recano aiTaiflimi e-i'empli. Ne rapportai anch’io un nobile efempio nel Tomo VI. Rer. hai. cioè la Traslazione del Corpo eli San Geminiano Protettore di Mode' na , fatta nell’Anno 1106. Tutto ciò camminava bene fecondo le regole della vera Pietà. Ma conviene ora accennare un’ufanza de’Secoli barbarici , la quale forfè fi potrà feufare, ma non mai lodare. V’ erano Città , abbondavano Monifterj, a’ quali nìuna parte era toccata d5 infiggi Reliquie : cioè loro mancava quello , che in effi tempi fi credeva 1’ ornamento più preziofo de’ Luoghi, e svegliava tutto dì 1’ invidia in chi ne era privo . Quelle Reliquie adunque , che non fi potevano ottener con preghiere, s’introduffe il coftufne di proccurarfele con frodi, furto, danari, e fin eolia violenza, e con altre arti. Tutto pareva a quella gente ben fatto , ed approvato da Dio, purché fortiffero il loro intento . Nello ileffo Secolo Sello fi trova qualche efempio di quefta per lo più sregolata cupidigia , che nel progrefTo poi de’ tempi diventò , fe è lecito il dirlo, una pia frenefia. Fatto notiffimo è quello de’ Monaci di Fleury, che circa l’Anno di Criilo 653. dalla Francia fi portarono a Monte Cafino, e finta una Rivelazione, quindi afportarono le Jacre offa di San Benedetto, celebre e principale Iititutore dell’Ordine Monadico in Occidente, e di Santa Scolaftica fua Sorella, conducendole al loro Monifiero in Francia. Rubamento in qualche parte fcufabile , da che i Monaci Italiani lafciarono come deferto quel fiero Luogo rovinato da i Longobardi, nè mai aveano penfato a ridurre in parti ficure le venerande memorie del loro Patriarca. Vero è, che i moderni Cafinenfi nie-gano quella fegreta Traslazione, trattandola da favola; ma contra di loro milita F incontraiìabil autorità e teftimonianza di Paolo Diacono, che fu Monaco C a fin e afe, oltre ad altre memorie dell’ Antichità . Una fola cofa pertanto poiìbno effi pretendere, che i facri pegni di San Benedetto fodero dopo molte iftanze e fatiche réftituiti a Monte Calino , come pare che fi ricavi dallo ftelfo Paolo Diacono. Quanto a i potenti cacciatori di fa ere Reliquie, Adolfo Re de’ Longobardi mentre teneva
                                                                           uno-