SESSÀNTISIMAS ICONDA. Z75 fotto un paffo del Concilio III. di Orleans. Truovafi ancora nelle fud-detie Vite de’Vefcovi Cenomannenfi uno Strumento di Lonegifilo Monaco, fcrirto nell’Anno 625. in cui egli promette di pagare ad opus Ca-nonicorum { Cenomannenfi') duo modia Vini ad caritatetnjaciendam. Adunque anche allora v’era il nome e il Collegio de’Canonici. Così nelle Carte del Secolo VII. s’incontra menzione d’edi. Però fembra potè rii dedurre con retta ragione, che da tali Chiefe fu prefo il nome e 1’e-fempio di que’Canonici, che furono nel Secolo Vili, in altre Chiefe i-ftituiti, e il nobil Ordine de’quali mirabilmente poi fi adbdò nel Seco- lo IX. e fi diffufe per la Francia, Italia, ed altri paefi della Criftiani-tà. Particolarmente per tale iftituto gran merito predo Dio, e fama pref-fo gli uomini fi procacciò Crodegang© Vefcovo di Metz. Imperciocché, per attediato di Paolo Diacono nelle Vite di que’Vefcovi, egli per rinvigorire nella fua Chiefa la Difciplina Ecclefiaftica, mentre Pip -pino regnava in Francia, Clerum adunavit, & ad infilar Ccenobii intra Claufirorum jcpta converfari fecit, normamque eis infiituit , qualiter in Ec~ clefia militare dcberent. Quibus annonas viteeque fubfidia fujficienter largitus efi, ut perituris vacare negotiis non indigente* t divinis fiolummodo Ojficiis excubarent . Ipfumque Clerum lege divina, Romanaque cantilena, morem at-que ordinem Romana Ecclefi.cz fervare prcecepit. Abbiamo qui il ritratto vero de i Canonici, che divennero poi celebri, iftituiti nella Chiela di Metz. E perciocché fino a quel dì quefto fanto iftituto, per quanto fembra, non avea regolamenti e Leggi fcritte: fi crede, che il primo foffe il medefimo Crodegango a comporre Normam ( cioè la Regola ) Clericorum, o fia de’Canonici, la qual fu poi lodata nel Concilio di Magonza dell’Anno 813. Nè folamente egli indude il fuo Clero alla vita comune, ma eziandio a cantare in Coro le lodi di Dìo, come fi praticava in Roma. Cioè dovette credere quel piiiTimo Vefcovo cofa fconvenevole, che i Monaci nelle lor Chiefe preftaflero odequio a Dio co’Salmi ed Inni cantati con tanta edificazione del Popolo; e che il Tempio maggiore della fua Città reftade privo di quefto decoro. Po-feia a poco a poco fotto il fuddetto Re Pippino, e Carlo Magno fua figlio, e fuoi Nipoti, maggiormente fi propagò tale iftituto per la Francia, procurando quei Re, che a niuna Cattedrale mancade il Collegio di edì Canonici. Onde venide il loro nome, non fi può facilmente decidere. Penfa-no alcuni, che fodero così appellati, perchè aferitti ai Canone, cioè alla Matricola della Chiefa , e alimentati colle rendite d’eda. Penfano altri, perchè edì più direttamente odèrvadero i Canoni, o fia le Regole Canoniche; o pure perchè Canonicamente , cioè Regolarmente viveano , per diftinguerfi da gli altri del Clero , che non obbligati da Regola alcuna viveano nelle proprie cafe . Finalmente furono di parere , che tale appel- S z la-