ClNQUANTESIMÀNONA. Ì37 putant grandines & tomtrua hominum libitu pojje fieri : cioè incantaùonibus hominum, qui dicumur Tempefiarìi. Seguita poi a 'moftrare quanto grof-folano forte il Popolo d’allora con dire: Plerosque vidimus & audivtmus tanta dementia abruios , tanta flultitia alienatos, ut credant & dicant, quam-dam effe regionem , quce dicitur Mago ma (dai Maghi ) ex qua naves ve-niunt in nubibus, in quibus fruges , quce grandinibus decidimi, & tempefla-tibus pereunt, vehantur in eamdem regionem , ipfis videlìcet nautis aereis dantibus pretia Tempejlariis, 6* accipisntibus frumenta, vei ceteras fruges. Son da leggere a quefto propoiìto le parole del Sinodo di Parigi dell’Anno 829. Lib. III. Cap. 2. Come mai, dirà qui taluno cotanto fcimunitì erano allora gli uomini da preftar fede a sì ridicolofe inezie/ Anzi le te-neano fermamente per verità infallibili -, e quefto era poi cagione, che la guada Fantafàa paffaffe poi ad azioni, che ora ci poffono far iìupi-re. Ne abbiamo per teilimonio lo fteffo Agobardo, ehe leguita a parlare così : Vidimus plures in quodam conventu hominum exhtbere vinttos quatuor homines , tres viros , & unam feminam quaji qui de ipfis navibus ceciderant. Quos fcilicet per aliquot dies in vinculis detentos, tamdem colletto conventu hominum exhibuerunt , ut dixi, in no (Ira prafernia tamquam lapìdandos. Ma l’avveduto e faggio Arcivefcovo li fottraiTe al cieco loro furore. Riferifce egli altre pazze opinioni di que‘ tempi, e i peiììmi effetti di tanta femplicità, conchiudendo pofcia il ragionamento con dire : Tanta jam fluttuici opprejfit miferum Munduni , ut mine fic abfurdce res credantur a Chriflìanis , quales numquam antea ad credendum poterai quis-quam fuaderc Paganis, Creatorern omnium ignorantibus. Ecco gli effetti della comune ignoranza di allora, e della furberia di pochi. Ancor noi a’ tempi nortri talvolta ritroviamo di quefte Fantaiìe guaile ne gli uomini, ma particolarmente nelle Donnicciole , non accadendo mali ad ef-fi, o ad altri , che noi credano torto nato per forza'fopranaturale, e per effetto de i Demonj. Scrive in oltre il fuddetto Agobardo, che non mancavano perlone., le quali fe noffe defendere a Tempejlate habita-tores loci jattabant, alle quali perciò gli ftolti Contadini pagavano una parte de frugibus fuis, e quefto pagamento era chiamato Canonicum . Anche nel fuffeguente Secolo Decimo Azzo , 0 fìa Attone, Vefcovo di Vercelli ci afficura , che anche a’fuoi dì durava in Italia quefta pelle, perchè fcrive nel fuo Capitolare Cap. 48. che fe mai fi trovaffe qualcuno dell’Ordine Ecclefiaftico , il quale Magos, aut Arufpices , aut Ario-los , aut certe Augures , rei Sortilego s &c. confuluiffe futrit deprehenfus, fap-pia che è deporto dall’onore della fua dignità, e verrà fuggettato a uni Penitenza perpetua. Ma forfè niun Secolo rt moftrerà , in cui non fi truo-vino o veri o falG fatti dell’Arte Magica, e della riprovata Divinazione , e infìeme gli Anatemi della Chiefa. S’ha nondimeno da riflettere, che noi ci andiamo meravigliando unicamente de i delirj e delle ridico-