C I N Q U A N TESIMAOTTAVA. 207 Lcoierlcus , a quo fcilicet ADMIRANDA relatu reperto funi ibi , antiquo-rum facrorum tnfignia. In che confiilevano mai (coperte tali, che riem-pievano di Ammirazione all’udirle non {blamente i Popoli della Francia , ma anche tutta quafi F Italia} Cel dirà Io ileffo Autore, che fegui-ta a parlare così: Quippe inter ceterj. perplura, qua latebant, dicitur Kirgce Moyfì inveniffe partem. Ad cujus reifamam corivenerunt quiquc Fideles, non folum ex Gallicanis Provinciis , verum edam ex univerfa pcene Italia, ac de transmarinis regionibus . Con queite mirabili e rare Reliquie s’ hanno da accoppiare i peffi dell’ Arca di Noè, ipeli della barba 9’ Aron , ed altre /ì> mili, che fi truovano ne’ Reliquiarj di qualche Chiefa . Ah volefle Dio, che non l’interefle di alcuni avelie fabbricato molte impoilure, e che la foverchia credulità, e poca avvertenza , e criterio d’altri , non avef-fero lafciato libero il campo a sì fatte frodi . Aggiungali che non mancarono anticamente perfone, le quali per perfuadere a i Popoli d’aver preiìo di sè delle vere iniìgni Reliquie o finfero, o pubblicarono finti da altri de’prodigj e delle Leggende, che oggidì niuna accorta benché pia perfona sa indurii a crederle vere . Vedi ciò , che della fopra accennata Traslazione del Corpo di San Benedetto in Francia, e della fua reilituzio-ne a Monte Caiino , con Relazioni direrfe fcnilero tanto i Monaci di Fleury Franzeii,che i Cafinenfi Italiani. Vedi ciò, che de i tre Re Magi ( così fogliono chiamarli ) portati a Milano fcrive Giordano Storico, ]a cui Cronica ho pubblicato in quei!;’Opera . Aggiugneva ne’vecchi tempi la gente rozza anche la pertinacia all* errore nell’accoglimento delle falfe Reliquie . Del che memorabile fra gli altri è Fefempio, che ne reca Ugo di Flavigny nella Cronica di Verdun all’ Anno 1027. Tunc temporis ( fono le lue parole ) contigli , ignoti homì-nis offa de loco abj etti [fimo a quodam mangone colletta, & feretro impofita, in Monaflerio Sancite Maria apud Secufìam, fub nomine Jufli Manyris, a Mainfredo Marchione fuiffe repofua. Sed licet a Religiofis id vaniffimum & fluhiffimum fuiffe multis & probatis documentis demonflratum ft, Vulgus ta~ men Injuftum prò Juflo memorane in fuo permanfit errore : tanta era una volta la fmania d’aver facre Reliquie e Corpi fanti. Quello Manfredi Marchefe quello ileflo è , della cui Genealogia fu da me trattato nella Par. I. Cap. 18. delle Antichità Eilenfi. Ciò, che viene fcritto da Ugo Flaviniacenfe di quefto finto Martire Giulio , fembra ch’egfi abbia pre-fo dal fuddetto Glabro Rodolfo, avendo quelli diffufamente narrato quel fatto , con aggiugnere , che dal Marchefe Manfredi furono quelle fpurie Olla collocate nel Tempio; e benché complures fance mentis detefìabilefìg-mentum a'cominandum clamarent, pure il volgo centinuò a flarfene opinato nel fuo errore . Nè è da itupirfene. In que’ barbari Secoli con troppa facilità , ed anche pazzia, i Popoli moili da uno sregolato entusiasmo di Pietà, non folamente correvano ad abbracciare qualfivogha Reliquia