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iìa Libro tale, iì fofle confervato ciò , che riguarda Traiano . Ho anche (coperto che que’Secoli ebbero de i Romanzi. Tale è un pezzo della Cronica della Novalela da me pubblicato, che fi dee aggiugnere a quella , che diedi nella Par. II. del Tomo II. Rer. Ital. Copia ne fu a me inviata dallo ftudiofiilìmo Conte di Robilant Torineie , e contien varie Favole di un Walthario Monaco , ri qu<de fembra vivuto nel Secolo Decimo. Ho parimente pubblicatogli A tti di un Concilio Siriaco, efiflen-ti nella fuddetta Ambrofiana , come fpettanti all’Anno di Crifto 405. e tradotti in Latino. Io non ne ho mantenuta la verità. Che nè pure fof-fe ignota la Geometria nel Secolo Decimo, già dicemmo apparire da gli iludj di Gerberto Monaco , nato in Orleans, che dopo molti voli arrivò a confeguire il Pontificato Romano nell’ Anno 999. fotto nome di Silveftro Secondo. Tuttavia refta MSto nella Biblioteca Ottoboniana un Tuo Trattato de Abaco , cioè de Arithmetica. E il P. Pez Benedettino nel fuo Teforo de gli Anecdoti pubblicò due Trattati di lui, 1’ uno de Geometrica qucejltone, e l’altro de Geometria . OfTervò ancora Guglielmo Goe-iìo , ch’egli attefe allo itudio Rei Agraria, cioè della Mifura de’campi. Ho io perciò dato alla luce un MSto efiilente nella Biblioteca Eftenfe , che ha per titolo M. Junà Nypfi de Men/uris, affinchè il medeiìmo pof-fa fervire di qualche emendazione o fupplemento all’edizione già fattane dal medeiìmo Goeiìo.
DISSERTAZIONE QU ARANTESIMAQUINT A.
Della forma di Repubblica prefa da moltijjìme Citta dItalia, e dell origine della loro Libertà .
CHiunque ha qualche tintura dell’antica barbarica Erudizione , o ha letto ciò , ch’io fteflo ho notato nelle precedenti DiiTertazioni, abbaftanza sa, che le Città d’Italia, a riferva delie fottopofte al Romano Pontefice , allorché regnarono i Longobardi e Franchi, e molto tempo anche dappoi, erano governate ciafcuna dal loro Conte o Gcjhl-do , il quale oltre ad altri Magiftrati minori preledeva alla Milizia, e mi-nillrava giuftizia al Popolo. Sa parimente, eh effi Conti erano fubordi-nati a i Marcheji, o Duchi, che i Re od Imperadori desinavano al governo di tutta la Provincia, Marca, o Ducato . Apprenderà egli ora, che la maggior parte di quelle Città nel Secolo XII. prefero forma e regolamento di Repubblica, fecero Leghe e Guerre; in una parola efer-citarono tutto quello, che conveniva a Città Libere, e godenti una fpecie di delpotismo. Così gran mutazione di cofe, per cui reilò mol-
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