Sessantesima no na, 375 to ocmi anno. L’altro è la confermazion di Lavadia feudale della Santa Sede, fatta da Papa Innocenzo III. nel 1215. al prelodato Ottone colla pendone annuale delle due Marche. A chi legge cagionerei noja e tedio, fe maggiormente mi itendeilì su quello argomento. Nell’Opera mia prefente documenti di quello genere capiteranno fotto gli occhi de’ Lettori, e fpezialmenre quelli, che fpettano a i Giudici antichi della Sardegna . Mi contenterò io dunque di aver copiato e raccolte alcune cofe d ii Codice antichiiìimo di Cencio Camerario : Ci portano effe a rico-nofcere , quai Cenii^nfcuoteiTe anticamente la Chiefa Romana, e quai Luoghi al diritto della medefima foffera fottopofti. La vetutfà del tempo aioltiffimi appartenenti al Pontificato ne ha fatto perdere . Giova nul-ladimeno all’Erudizione 1’ aver conofciuto anchei Cenfi perduti, e maf-{imamente quando alla perdita delle rendite antiche s’è riparato con altri vantaggi. Il fuddetto Documento di Cencio ha quello titolo: De Ci-vuatibus & Territoriis, qua Rex Carolus beato Petro conceflit, & Papa A-driano tradì fpopondit . Nec non de Civitatibus , Cafìris , 7erns , & Mona-Jìeriis , per diverfas Mundi partes conjliiutìs, & Cenjibus Ecclejìx Romana debitis ab eisdem . Ni una altra cofa però può indicare con pienezza maggiore , quali fodero 1 Cenfi dovuti anticamente alla Chiefa Romana, quanto il Libro fcritto fopra quella materia da Cencio Camerario (41). Già da gli Scrittori de gli Annali Ecclefialtici, il Baronie e il Rainaldo , fu accennato, ch'eiìo Codice ferino a mano fi conferva nella Biblioteca Vaticana. Da quel Minufcritto trailero amenduni delle memorie conficevoh a gli argomenti, che trattarono ne’fuoi Annali. In quell’Opera lua Cencio proc-curò di deferivere e tener conto di tutti i Cenfi , i quali a i tempi di lui fi doveano al Palazzo Lateranenfe, lafciando altresì nelle facciate delle pagine de gli fpazj voti, acciocché luogo reilafle a i poiteri di aggiu-gnere altri Cenfi, che nel decorfo del tempo foiTero provenuti alla Sede Apoftolica , come in fatti dip ¡i avvenne. Entro il Codice fuddetto sì egii che i fucceffori fuoi inferirono e regimarono varj Strumenti ed Atti, appartenenti fpezialmente alia Camera Pontificia, e quafi rutti fcrit-ti ne’Secoli Duodecimo e Decimoterzo. Dichiamo ora, chi folle Cencio, e quando fioniTc . Secondo il mentovato Cardinale Baronio vivea quello Scrittore nel 1191. Ciò, che fotto gli occhi fuoi accadde nella coronazione del Re Arrigo VI. Imperador V. Cencio pofe in ifcritto. Nella Prefazione al Libro de’Cenfi fi manifelèa egli co’termini fepuenti : Ego Cencius qunnà im feltcis recoròationis Clementis Papa III. NUNC vero Domni CceleJlini Papce III. Camerarius , jancla Maria Majoris Urbis Ca-nonicus. Ni n c’è qui finora menzione alcuna di dignità Cardinalizia nella perfona di lui . Laonde rifulta , che il Libro de’ Cenfi , ilefo per comando delio il ifo Cencio, allora folamente Camerario, o come vol- (4») Vedi le Annotazioni in firit del Tomo. A a 4 - Par-