yz Dissertazione no 1260. in cui Algieri Vefcovo di Feltri e Belluno prefe la Cittadinanza di Padova. Diili,che la voglia di dominare, febbre di chiunque è falito a gran potenza , fe non ha oftacoli, va fempre più creicendo. Non baffo alle principali Città l’aver ricuperato 1’antico diftretto , anzi maggiormente accresciutolo colla depreffione de’Vaffalli Cefarei, e deile Comunità rurali vicine. Sentendofi effe in forze fuperiori alle Città confinanti, ma di polfo difuguale, s’invogliarono ancora di mettere quefte fotte il giogo . Nell’Anno 1111. i Milanefi moffero l’armi contro i Lodigiani , e dopo un duro affedio forzarono quella Città alla refa . Dall’ Anno 1118. fino al 11 ij. mantennero la guerra contro i Comafchi, e giun-fero finalmente a far piegare il collo al valorofo Popolo di quella Città. Pofcia nell’Anno 1130. induffero i Cremafchi a ribellar fi a Cremona : dal che poi fi fufeitarono gravi e lunghe guerre in danno di gran parte della Lombardia . Quefta infaziabil cupidità di dilatar cotanto l’imperio del Popolo Milanefe , quella fu, che fi tirò dietro l’odio e lo sdegno di tutte le confinanti Città, e fu la principal cagione di tante calamità, eh’effo patì fotto Federigo I. lmperadore. In quefto particolare non la cederono a i Milanefi le Città di Genova, Firenze, Bologna, Padova, anzi qualunque altra , la cui poffanza fi trovaffe fuperiore alle vicine , con avvenire in fatti, che ad alcune delle più forti riufeì di Soggiogar le inferiori. Cofa avveniffe in mezzo a tante armi e sforzi delle Città per crefcere il loro dominio, a i Vefcovi, Abbati, ed altri Ecclefiaftici , sì ricchi una volta e potenti, ne tratterò qui fotto nella Differì. LXX1L Tuttavia non vo* qui lafciar di dire, che nè pure potè la Religione impedire, che le Città Libere fi deffero a fpogliare aneli’ effi delle loro Regalie. Ad alcuni Vefcovi era ftata da gli Augufti conferita la Dignità del Comitato nelle loro Città, cioè il Secolar Governo. Godevano tanto Vefcovi, che Abbati, Baderte , e Canonici Cartella e Rocche, indipendenti da i Magiiirati delle Città, e fuggette a’foli Imperadori, da'quali ne prendevano le Inveftiture. Anche contra di quefti iacri perfonaggi con pari ardore fi rivolfe la cupidigia delle Città Libere, di maniera che pochi de gli Ecclefiaftici in tal tempefta vi furono, che non patiffero naufragio. Imperciocché o gli fteffi Ecclefiaftici anfiofi talvolta della gloria militare s’imbrogliavano fpontaneamente in guerre ; o effendo in armi Y un contra l’altro i vicini, fi trovavano forzati a formar Leghe, o a prendere per difefa gli altrui prefidj ; e tutto finiva in perdere quel che avea-no di più onorifico nel temporale . Nè mancavano altre arti per farfi padroni della roba de’facri Partorì e Prelati. Ne recherò qui un folo efem-pio. Fin da’vecchi tempi inchiufa nel Contado di Modena, come altrove ho moftrato, fu la Terra di Nonantola . A poco a poco gli Abbati di quel celebre e ricchiffimo Moniftero, o per dono de gl’Imperado-ri, o con altro mezzo, acquetarono il dominio di effa Terra e d’altre Ville i