CinquantesimaprIMa. r r 5 guaci delia Fazione Guelfa, in quefta guifa i men forti s’ aiutavano contro i più forti colie aderenze e Leghe del contrario partito. Finalmente per dir tutto in poco, la prima ed ultima concluiione di tutti i pareri e configli politici fempre fu , e fempre farà la pubblica Salute in primo luogo, e poi la pubblica Utilità, chiamata da i Satrapi Ragione di Stato , bella e buona Ragione, ma che fi fuole foracchiare a tutte le iniquità da chi ftudia in vece del Vangelo il MacchiavelJo. Per quefto, tanto le Città , che i Principi anticamente abbracciavano ora il partito Guelfo ed ora il Ghibellino, reggendoti anche allora la gente co’medesimi principi, co’quali il Secolo noftro. Nate pertanto, e dilatate per rovina dell’Italia quefte deteiiabili Sette , fpezialmente a’tempi di Federigo II. fi videro alcune Città divife di fentimenti ed affetti; ed ora unite co’ Romani Pontefici , ed ora con gl’ Imperadori. Quefto non baftò. Entrò anche la difcordia tra le Famiglie, fpezialmente Nobili , d’una fteffa Città, di modo che poche andavano efenti da quefto pazzo entufiafmo. Anzi le medeiìme Famiglie giunfero a tanta frenefia, che talvolta i Padri profeffavano un partito, e i Figli un altro, e l’un Fratello difcordava dall’altro. Che s’avea dunque da afpettare da tanta contrarietà di umori, fe non contefe , efiij , ftragi, e una perniciofa confufione nelle Città, ed anche la rovina di alcune ? In ognuna di effe Città 1’ un partito ambiva i principali Magi-ftrati, e voleva dar legge all’ altro : il che produceva frequenti riffe e fconcerti . Si manipolavano perciò delle fegrete congiure, fi veniva alle fedizioni, e a far pruova coll’armi di chi aveffe più forza. Coftume allora fu di occupare le piazze, e maffimamente la maggiore; e chi teneva più forte, coltrigneva i deboli a cedere , con avvenire, che i vinti o fpontaneamente , o per forza ufcivano dalla lor Patria, ed erano forzati ad andarfene in efilio, ricoverandoti preffo le Città del loro partito , coll’ aiuto delle quali fi ftudiavano di effere rimeflì in cafa , o di far guerra a’propri Concittadini. Se dalla fortuna erano fecondati i lor defiderj, e gli avverfarj prima vincitori non potean© refiftere, venivano ancor quelli obbligati alla fuga , e a mutar Cielo. Frequenti per con* feguente furono le guerre civili, e molte le Città, che videro or 1’una or 1* altra delle fue Fazioni abbattuta e fuggiafca , e dal colmo della Signoria e ricchezza precipitate in un fondo di povertà e miferie. Chiunque oggidì legge tanta iftabilità e confufion di allora, dee ben ringraziar Dio , che l’abbia riferbato a’tempi migliori. Guai non mancano già, ma l’interna quiete fi gode. In mezzo dunque alle funefte diffenfioni de’no-ftri Maggiori, la cura primaria e gli ordinarj penfieri dell’una Fazione erano quelli di padroneggiare nelle Città, e di cacciarne l’altra. Anzi fe veniva buon vento, moveano Tarmi contro le vicine Città per obbligarle ad abbracciare il proprio partito, per fempre più fortificarlo. Se H 2 ne