194 Dissertazione brofiano, ho pubblicato il principal fuo Libro Orbo & Cceremonice Ec-clcjice Ambrofiancs Mediolanenjis circ. Annusi 1130. Vi ho aggiunto una Coftituzione de Reformatione Officìì Ambrosiani, pubblicata nell’ Anno 1440. da Francefco PizolpaiTo Arcivefcovo ai Milano, cho io traili da un Codice MSto della Biblioteca Metropolitana. Finalmente debbo avvertire, che T Ufi zio Ambrosiano ha di grandi obbligazioni ad Orrico, o fi a Olrico Scacabaro^io, il quale in un Codice delia fuddetta Biblioteca Metropolitana è chiamato Ecclefice Majoris Mediolancnjìs Archipres-byier, & Prcepojitus B afille ce- Apojlolorum, Jive Sancii Nara rii in Brollo Meòiolani . Imperciocché egli nell’Anno 1280. come dal medeiìmo Codiceli ricava, tam in diramine, quam in cantu compilava molti Ufizj de’ Santi , che li leggono in quél Libro , lìccome ancora il fuo Epitaffio , e vi fi vede anche il fuo Ritratto. Di quello ileffo Codice fi ferviro-no non poco quelli, che nell’Anno 1605. fecero una nuova edizione del Meliale ed Ufìzio Ambrofiano. DISSERTAZIONE CINQUANTESIMAOTTAVA. Della veneratori de i Cristiani verfo i Santi dopo la declinazione del Romano Imperio. NOn appartiene a quello luogo il far conofcere, quanto fìa antico, e come affittito da fode ragioni, e dall’autorità e Tradizione de’ Santi Padri , il culto religiofo, con cui i Criiliani onorano I’Anini e de’ Beati, cioè di coloro, che per le loro infigni Virtù, e per la fan-tità de" coilumi fono flati condotti-ali’eterna felicità, e beata Immortalità, preparata da Dio in Cielo a i fuoi Servi fedeli. Spetta alla Teologia quello argomento, e già l’hanno trattato aiTaiffimi fra i Cattolici, ed ultimamente con pienezza il P. D. Gian-Grifeilomo Trombelli , Abbate de’ Canonici Regolari del Salvatore di Bologna. Noi teniamo per fermo, che l’onorare ed invocare i Santi nulla ripugna a quel fommo culto ed onore, che dobbiamo al fupremo noilro Padrone Iddio; perciocché non. riputiamo Dii i Santi; nè gli onoriamo come Dio, ma sì bene come Servi di Dio; nè chiediamo 0 fperiamo benefizj da loro, qualì-chè follerò arbitri delle cofe in Cielo; ma sì bene, fe così a noi piace, ricorriamo ad effi, affinchè dal Donator d’ogni bene Iddio per li meriti di Gesù Crillo fuo Figlio c’impetrino i benefizj, che noi non sì facilmente otterremmo colle nollre preghiere. Una fola cofa adunque io mi prefiggo, cioè di mollrare qual folle la venerazione del Popolo d! Italia verfo i Santi in que’Secoli rozzi, de’quali ora trattiamo ,