30 Marzo. Arrivo a Parigi alle 15, dopo undici giorni di assenza; e subito vengo avvertito che la commissione per i porti, vie d’acqua e ferrovie è in seduta, e che sta concludendo su molte importanti questioni, cosi che è necessario, nell’interesse materiale e morale della nostra delegazione, che io ne riassuma subito la presidenza. Mi reco infatti al ministero dei lavori pubblici e prendo il posto dell’on. Sifton, il quale ha presieduto in mia vece, alternandosi col rappresentante greco Coromillas, per le sei laboriose sedute che si sono tenute durante il mio viaggio in Italia. La commissione ha già steso ed approvato 24 articoli da inserire nel trattato dei preliminari di pace. Gli Stati alleati vi sono designati con la lettera A e gli Stati nemici con la lettera B, perché non si sa ancora se alcuni Stati saranno da considerarsi come amici o come nemici, e ciò specialmente per i croati e gli sloveni, che Trumbic in ogni seduta cercò di far considerare come nazioni amiche, mentre hanno sempre combattuto contro di noi. I 24 articoli approvati riguardano le questioni generali, la libertà di navigazione, le zone franche, la competenza della Società delle Nazioni in caso di futuri conflitti. Oggi si discutono le clausole sui porti franchi, sui telegrafi e sui telefoni, sui fiumi internazionali, Elba, Oder, Danubio, Bega, Niemen, Mosella, e Reno da Basilea a Costanza. La discussione procede spedita e conclusiva fino alle ore 20. Tornato all’albergo, presiedo il comitato di coordinamento dei lavori di tutte le commissioni economiche e cosi mi ritrovo con tutti i miei valorosi collaboratori che hanno compiuto interamente il loro dovere.