384 'Dissertazione Domrtus Anfelmtis Mijfus del rnedefimo Domai Henrici Imperatoris. Ecco perciò di quai Giudici in que’ Secoli le pedone Ecclelialtiche lì Ter-virono nelle caufe civili per un’ufanza ben diverta da quella , che a’ dì noftri con maggiore rettitudine fi pratica in Italia, ma pero con un co-ftume non riputato allora indebito nè viziofo. L ' altro document > antico bensì, ma corrofo, appartiene alla Contefla Matilda. Lo trafcriiìì da un efemplare in pergamena, efillente nell’Archivio EllenTe, e colla stampa Io diedi alla luce . Litigavano reciprocamente il Vefcovo di Moce-na e 1’Abbate della Pompofa, per la Chiefa di San Michele di Soiiera All Modenefe . Nell’Anno 1106. Bemardus cominciò a governare il Vescovato di Parma. In quell’anno o in uno de’fuffegucnti Tentenzò ¡a Contefla Matilda fulla controverfia. In quel decreto intervenne non (o-lo il Velcovo Bernardo , ma anche Pietro Vefcovo di Pillola ahora tuttavia vivente , e tutti e due vi iòttofcriflero. Alcuno fcrupolo non ebbe quella gran Principefla Secolare, confiderata anche allora per le mo»te Virtù e degne qualità fue, di affuratre il giudicio di cau'.e civili vertenti tra litiganti di carattere Eccleliallico . Quantunque ella fi ritentile, allorché Teppe che Bernardi Cardinale & Vicarius Apojl >licce Sedis avea interpofto in quella caufa il Tuo Decreto, nulladimeno fi attribuì l’ autorità di confermarlo, d’ordinare e d’aggiugnere altre particolarità, intimandone la pena a chi contravenifTe . Nè ciò ci ha da recar maraviglia. E chi non sa , con quanta autorità i Re iteffi forniti di pietà inv g ¡aro-no fulla Difciplina Ecclefiallica , correflero 1 coltumi de’Vefcovi, de’Ca-nonici, de’ Monaci , e delle facre Vergini, e rimediarono anche colla forza, quando portò il bifogno, allo sfalcio dell’economia d’elìì Eccle-iìaltici ? Oltre ciò , che a quello propofito io rappoitai nella OilTeirazione IX. de M:jjis Regiis , nella LXV\ de Monaflenoium ccelione, e nella Tegnente LXVl. de Monajlems Monialium, non v’incieica di u lire , come Ermoldo Nigello nel Poema delle azioni di Lodovico Pio al Lib. II. vi rapprefenta lo Hello Imperatore, parlante così: Nunc , riunc , 0 M jji, cenis injìjlite rebus , Aique per Imptnu.ni currite me meum : Canomcumque pregem , fexumque probate vi rilem , Femireum nec non, quee pia cajìra co uni . Qualis vita , decor, qu.we doSrina , medusque , Quantaque religio , quod pietatis opus . Pajlonque giecjem quee convenientia jungat ; Ut grex Pajìorem diligat, ipfe ut oves . Si Jiln clauftra , domos , potum , leqimenque, cibumque Prcelali tnbuant tempore , Jive loco &c. Dal