6o Dissertazione quante precauzioni fi ufavano allora in quello affare. Ho io dato alla luce una Lettera, efiftente preffo il Conte Sertorio Orfato Padovano, Nipote del celebre Sertorio, e feruta nel 1308.111 cui Francifcus de Bi-tonio de Epifcopaiu ■dffijii Potefìas , Andarli, Conflhum , & Commune Pa-"duce avvifano Dominum Ptnum de Vernaca de Cremona di avere eletto per-fonam veflram a Calendis Julii proxìme venturis ufque ad fex Menfes in Po-ttflaiem & Re ciò rem noflrum &c. propierea recepturum prò falario vefìro de nojìra ujuah Moneta Libras Jex mdha Parvorum &c. Con pompa fole line dipoi, con un magnifico concorfo del Popolo, e colla Città addobbata , veniva accolto e introdotto il nuovo Podellà . Soleva anche recitari! un’Orazione in fua lode. In oltre fi concedeva licenza e facoltà, anzi fi comandava di condurre feco almeno due Giudici, e due Cavalieri nobili. Ufizio de’primi dovea effere lo sbrigar le caufe criminali,, e decidere le liti civili ,• incumbenza de gli altri avea da eiiere la Guardia del Palazzo e del Podeilà, e l'afflittilo coll’armi per l’efercizio della Giullizia, e pel gailigo de’ malviventi. Veniva per lo più didimamente falariato dal Pubblico quello fuo feguito. Terminato 1’ Ufizio, dovea il ceffato Podeità reilare efpoilo al Sindacato, e fermarfi tanto tempo in Città, che fi poteflero udir le querele di chi fi ripuraffe aggravato da lui: al qual fine era ilato obbligato a dare idonea figurrà nel Luogo. Ma meglio è l’apprendere altre particolarità da gli antichi/fimi Statuti MSti del Comune di Modena Rubr. 1. e VII. del Lib. I. dove fon le feguenti parole : Potefìas recipiet prò fuo feudo & falario fex Menjlum, MCC. Libras Mutinenfìum a Communi Mulina:. Tcnebit quaiuor bonos Ju-dices , & duos Milites , fìve Socios , quorum unus fit bene Liieratus, & oclo Servientes Domicellos vejlitos de eodem panno ( oggidì la Livrea ) & oclo equos , quatuor Jìnt de armis , omni ejus periculo & fortuna. Item decem Beoarios armigero* vefìitos eodem panno, dtjjimili a vefìibus Domicellorum, & quatuor Ragatios a flalla . Et quod Potefìas, nec alìquis de fua Fami-Ila non pcjfit nec debeat ducere vel tenere in Civhate Mutino; vel dijìrictu Uxorem, Pratrem, nec Fiìium tato tempore fui regimims. Et quod non ha-beat aliquam parentelam , fi ve affinitatem, vel confanguinitatem in C ivi tate Mutince vel dijìnclu. Nec comedere vel bibere cum aliquo Cne, vel Comi fatino Civitatis Mutince nec ipfe , nec abquis de fua Familia in aliqua dom0 vel loco alicujus (ligulari* per] once , vel Colle gii Civitatis Mutince , rei Bur_ gorum &c. Offervifi con quanta gelofia e circofpezione fi procedette al. lora , affinchè niuno poteffe corrompere gli animi di quelli per altro e. fimeri Padroni delle Città Libere. Aggiungasi il Decreto formato prima del 1281. dalla Repubblica di Modena intorno alTUfizio del Podeilà, eilratto da un altro antirhif-iìmo Codice dell’Archivio fuo, dove fon le feguenti parole: Potefìas Mutince fecum debeai ducere & tenere toto tempore fui regiminis duos bonos Ju-