Sessa ntes im aqu arta, 199 to &c. Certamente mi ftupii non poco, come il Sigonio uomo di buon giudizio, e pratichiilìmo della Storia del Regno d’Italia, e delle Carte di que’tempi, non awertiffe, che qui fi tratta d’una vergognofa irapoftu-ra, quando i fegni della finzione danno ne gli occhi anche de i novizj nell’antica Erudizione. Ma effendo ufcita alla luce l’Opera del Sigonio de’Vefcovi di Bologna dopo la di lui morte, ed effendo ftate fatte delle giunte alla medefima, giuftamente fi può fofpettare, come avvertii nella di lui Vita, che contro la mente di lui folle intrufa quefta pezza nel fuo lavoro. Chi può mai fofferire quel Rachis Imperadora Augujloì E nell’Anno Secondo di lui correva, non già l’Inibizione Quinta, ma bensì la XIII. o XIV. o XV. Tralafcio quella più che barbarica Lingua Latina . Si vuol nondimeno confeffare, che fembra molto antica quefta finzione, perchè ivi comparifcono Urfo Dux , il cui nome fi truo-va in tina Carta di Giovanni Duca fuo Figlio, da me rapportata nella DiíTert. LXVÍI. e Defiderius Dux, che fu poi Re de’Longobardi ; e Anjelmus Dux , che fu poi Monaco, e fondatore dell’infigne Monifte-ro di Notiamola; e Nortepenus Dux, del quale fi fa menzione nella Donazione fatta al fuddetto Moniftero da Carlo Magno¿ come apparirà nella DiíTertazione LXVIÍ. Come l’Impoftore v’abbia introdotto quefti veri nomi, taluno potrebbe maravigliarfene; ma forfè egli fi farà fervilo di qualche Carta vera a fingere la fua. Del refto allorché ne gli antichi tempi bollivano le guerre, in que’ tumulti o perchè reftavano vacanti le Chiefe , o perchè i" Vefcovi erano cacciati in efilio, talvolta i territori Epifcopali, chiamati da’Greci Parochice, o Parcecice, e pofcia Dicecefes , ne riportavano gran danno , e rimanevano efpefte a non poche mutazioni; e ciò perchè i Vefcovi vicini per motivo di Carità, o pure d’umana Cupidigia, entravano nelle giurisdizioni altrui. In oltre talora alcun Vefcovo poffedendo qualche fua Chiefa entro la Diocefi del vicino, fia per averla fabbricata, fia per titolo di Giuspatronato, fe per avventura efercitava ivi le funzioni Epifcopali, moveva col tempo lite intorno a i confini del Vefcovado. Intorno a ciò è da vedere il Decreto di Graziano XVI. Quseft. I. Son già paffati mille anni, dappoiché Balfari Vefcovo di Lucca, per confer-vare illefi i diritti della fua Chiefa, in occafione che Giovanni eletto di Pifloja, s’avea da confecrare, o pur dovea far qualche funzione in lina Parrocchiale del Lucchefe, l’obbligò prima a confefìare, che quella Chiefa apparteneva alla Diocefi del Vefcovo di Lucca, nè dover pregiudicare quella funzione al di lui diritto. Ciò rifulta da una Carta alquanto logora, efiftente nell’Archivio Arcivefcovile di Lucca, e feruta nell'Anno 700. o 715. che ho dato alla luce. Tempi ancora ci furono maffimamente dopo il Secolo Decimo dell’Era Criftiana , ne’quali per qualche enorme delitto, come farebbe di Scifma, o di avere uccifo il