44^ Dissertazione pruova in una Bolla di San Leone IX. Papa dell’Anno 1053. in cui conferma al Moniiìero della Santa Trinità di Bari la Chiefa di San Niccolò , concedutagli da Niccolò Kejcovo di quella Città con proibirne ogni alienazione in avvenire. Ciò non ottante, poco fervivano Bolle di Papi , e Diplomi d’Imperadori per reprimere i troppi abufi d’allora,- perchè abbondavano i Pallori, maffimamente nel Secolo Decimo e Uade-cimo, che poco badando alla Legge di Dio, e molto afcoltanoo le voci dell’Intereffe, diifipavano il patrimonio Ecclefiaitico. Di quella dete-ftabil ufanza un efempio ne abbiamo in un Diploma di Ottone I. Auguro , e di Ottone II. fuo Figlio, anch’effo Augufto , dato in Ravenna nell’Anno 972, Erano ricorii i Monaci dell’ infìgne Momilero di Claf-fe ad Onefìo Arcivefcovo -, e quelli rapprefentò a gl’Imperadori : Quo-niam Sancii Apollinaris Lhnfii Martyris Coenobium , quod dicitur Clafjìs , nojlrorum deccfforum temporibus tam per cambiacionem quam per emphiteofim ita in dijfipadone pojìtum fuit, ut ejusdem Monafierii Ccenobttce cunchs nectf-fitadbus tndigebant. Pertanto gli Auguili col confenfo ancora Domm Jo-hannis fummi Pondfieis , nofirique Jpiruualis patris , feveramente proibiscono l’alienare o livellar da lì innanzi i Beni di quel Moniilero. Parimente in Cremona Walderico Abbate del Moniitero di San Lorenzo impunemente ne diffipava i Beni: frutto dell*eiTerfì fottratti i Monaci alla giurisdizione de’Vefcovi . Non Offrendo Ubaldo Vefcovo di Cremona Pindolenza di quell’uomo, implorò 1’ aiuto di Arrigo III. fra i Re, il quale ben informato de’gravi danni inferiti al facro Luogo da sì indegno» Minillro , in beneficium dando , & malas infcripdones faciendo , fcil’cet injujlas precanas, commutariones , & libellarias : ordinò, che da lì innanzi colui non potette più fare alcun contratto fine licentia prczdich Hubaldt E-pifcopi & Succefforum. Il fuo Diploma è dato in Augura nell’Anno 1040. Un altro efempio ricavato dal Regiilro del Vefcovato di Cremona, Servirà a maggiormente dilucidare! coilumi di quel Secolo , e darà anche lume alla Storia. Confide quello in altro Diploma del fuddetto Arrigo, già divenuto Imperadore, dato circa l’Anno 1046. ( perché vi manca la Data in quel Regiilro ) da cui impariamo , che Imperatore diva memoria Chuonradi Imperatoris Augufh genitons nofiri tempore , Domnus Lati-dulfus ( Vefcovo di Cremona ) gravi infirmitate correptus , in ipfa infirmiate longam protraxit vitam. In cujus longa (egritudine fua Ecclefìa noti modicam pafja efi jacluram , maxime a Girardo Heriberti Mediolanenfis Ar-chiepifiopi nepote , qui audacia patrui fui, qui omne Regnum Iialicum ad fuum difponebat nutum , fuperhe levaius, quicquid fibi placitum erat ,jufitum aut injufium, poiefìative operabatur in Pregno. Invafit itaque Cortem & Pie-bem de Arciaco contra volunratem , & fine perm>Jfi&ne multum diuque oegro-tantrs Epifcopi. Qui cum liqu’ffet infima, & migraffet ad fuperos , fuccejfit ei Hubaìdus Epifiopus , nofier in omnibus fidelijfimus . Cui cum neceffe effet