Settantesima. 409 parole, che ci defcrivono alcuni riti de’Secoli antichi. Merita ben anche oflervazione particolare l’altra parte della fentenza, cioè , che qualunque volta s’aveiTe da correggere i Cherici di quelle Chiefe, o da giudicare le controverfie loro, allora nullifuorum Clericorttm ( vale a dire a mun Mitnftro Fpiiccpale ) ponflatem illos corrigendi vel dijlringendi tribual il Vefcovo, ma egli efaminaio che avrà fallare colX Advocato Abbate farcia; Maria:, qui pio terriere fuertt in Organo , quicquid juftum & canomcum ejl, coni eo defniat. Per altro chiunque imprende a trattare della Libertà o della Suggezione de’Monifterj , ha Tempre d’aver innanzi gli occhi tre generi di Momfterj. Primieramente ve n’ebbe di quelli, che immediatamente erano fottopofti al Vefcovo. Niun altro Privilegio ebbero , fe non quello o quelli , che il Vefcovo loro fondatore, o alcuno de’ fuoi SucceiTori , ovvero il Metropolitano aveano conceduti. Secondariamente vi furono Monifterj lotto la protezione del Metropolitano o della Sede Apoftolica , acciocché con sì fatto padrocinio fof-i'ero i beni loro difefi e ficuri , ma reliando però ìiiefo , e intatto il diritto fpirituale , o la fuperiorità , come fi fuol dire, del Vefcovo Dio-cefano. Finalmente il terzo genere di Monifterj fu di quelli, che appartennero al pieno diritto e giuns Hzione della Santa Sede , o del Metropolitano, ad efclufione affatto dell’autorità del Vefcovo. I Monaci del primo genere erano fuggetti al Vefcovo talmente, che non era in arbitrio loro 1 avere Abbate alcuno fenza il confenfo e confermazione del Vefcovo . Dall’ Archivio Arcivefcovile di Lucca io ricavai e produliì una Carta originale col titolo di Exemplar, perchè il Notaio ne avea fatto più d’una copia autentica. Ella contiene l’elezione di Walfredo Abbate fatta da i Monaci di San Salvatore in Sello della Diocefi Lucchefe , e la confermazione e confecrazion dell' Eletto fatta altresì nel 918. da Pietro Vefcovo di Lucca, il quale idarco tradidit ei-dem lpra fiedi Abbati mimjlerium per Ferulam & Regulam fanclt Benedicii , ut imperpetuum cufodtret fiòeliter. Ne’Secoli antichi s’incontrerà talvolta una fondazioni di Moniftero , nella quale fi vieta al Vefcovo l’efercirare la propria autorità su quel (acro Luogo, e su la fua fanvglia. Pare nuì-ladimeno verifimile , che il divieta s’abbia f »lamente da inrendere quanto al dominio fopra i beni temporali de’Monaci, o nella elezione degli Abbati, ma non già per riguardo della giurisdizione fpiritu ile, non dovendoli così toft j fupporre ne credere , che i Vefcovi ne folfero privi contro lor voglia , come già offervò eziandio il Tomaflìni . Ne abbiamo un chiaro rifeontro da un efemplare di una Carta antichiiTima, traferit-ta dall’ originale trovato da Celio Cittadini nella Città di Maffa , e iom-minitlratomi dal già Senatore Buonarota Fiorentino. Quello documento altro non è , che la fondazione del Moniftero di San Pietro in Pa-laziuolo fui territorio Lucchefe, fatta da Gualfredo figlio di Ratechaufi