Settantesimaseconda. 457 •ilici i lor diritei, L.ibertà , e Privilegi. Nella qual battaglia ora gli uni, o a gli altri Soccombevano a mil'ura delle forze maggiori o minori, e Secondochè perfuadeva lo Sprezzo o il rispetto della Religione. Giunfe a tanto il Popolo di Reggio, che fotto gravi pene proibì, che alcuno de’Secolari, Artidi , Agricoltori preftarte vermi Servigio, o facefl'e alcun lavoriere al Vefcovo della Città , come s’ha dalla Cronica di Reggio nel Tomo Vili. pag. 1147. R*r. hai. Però in alcune Città venne meno affatto il dominio temporale de’ facri Pallori, e tolte loro furono a poco a pico tutte le Cartella , Rocche, e Regalie. 11 Patriarca d’A-quileia più lungo tempo che gli altri fra que’turbini tenne falda la fua potenza; ma in fine dalia contraria fortuna delle guerre abbattuto provò la forte comune de gli altri: così che oggidì in Italia pochi troviamo de* Veicovi, Abbati, e Capitoli di Canonici, che godano Regalie e Feudi Imperiali. Dio ha (blamente confervata nel fuo Splendore la Chiefa Romana , dopo avere anch’erta fofferte lunghe e gravi tempefte (48). Nulladime-no fi vuol avvertire , che quantunque gran copia di Stati e Beni ila fuggita fuor delle mani de gli Ecclefiaftici , non per loro colpa , ma per 1’ ambizione e prepotenza altrui: pure fra eiìì non furono pochi coloro , che per loro imprudenza o infedeltà cagionarono tante perdite alle Chie-Se . Perchè non tutti gli Ecclefiaftici, con lafciare le vefti Secolarefche lafciavano ancora tutti i collumi e le paflìoni del Secolo- Gran male fe* ce la Smoderata voglia di arricchire 0 ingrandire i Parenti . Perchè a gui-Sa de i Regoli , anch’erti godevano Signorie, e comandavano in temporale a i Popoli, concepivano anch’eifi de gli Spiriti alti e bellicofi , frequentavano le Corti de i Re, e fra le difeordie delle Città, e de i Principi fi Studiavano di migliorare! proprj affari. Ufizio loro era di far o-razione, di perfuadere la Pace e Carità a gli altri, e di comandare a sè fteifi; ma per effere Pailori , non lafciavano d’ effere Uomini. Pertanto non Solamente per la difefa propria cominciarono a nutrir fchiere di armati, ma anche a mifchiarfi nel'e fazioni, cofpirazionì , e guerre di que’tempi: il che Se fruttò ad alcuni, che per tal via fi efaltarono, ad altri cagionò prigione , etìlj , e la perdita de’Beni. E tuttoché allora forte in vigore una Legge, che fe l’Ecclefiallico commetteva delitti, egli Solo era punito, e non già la Cbiefa innocente, i cui Beni erano perciò riferbati a ì Succeflfori : tuttavia i potenti profittando de i loro errori, fe nelle difeordie toglievano le penne alle Chiefe , tardi , o non mai, s’inducevano a rertituirle. In oltre fotto quelli ambiziofi e troppo politici Pallori fovente andava in rovina la Difciplina Ecclelìa-ilica ; e in vece de i Monaci fi alimentavano genti armate ne i Moni-ilerj ,• ficchè Li famiglia de i Religiofi o troppo fi fminuiva , o pure moriva di fame . Vedi la Cronica FarfenSe e la Caltnenfe. Se vogliam credere al Corio, la Chiefa di Clìvaie, o Clavate, nel territorio di Milano Veii le infine del Tomo. foli»