ClNQUA NTES IMA PRIMA. 11$ nel 15 io. erano eitinte j ma non dice già, che ne duraffe alcuna al fuo tempo. Del reilo abbondano anche i noilri dì di pubbliche e private calamità, perchè non andrà mai efente dalle fpine l’abitazion terrena de ì mortali. Ma fon da dire lievi i prefenti mali in confronto de i prodotti dal peililente contagio de’Guelfi e Ghibellini ; e dobbiam rallegrarci coll’età noilra, perchè quantunque non manchino guerre, e quelle per-niciofiffime a’paeii, pure 1’ interna pace e concordia regna fra i Cittadini in tutte le Città d’Italia, e l’amore ( voglia Dio, che non anche troppo in alcuna ) è fucceduto a gli antichi odj. DI SSERTAZiONE CINQUANTESIMASECONDA. Del Governo e della Divijione de’ Nobili e-della Plebe nelle Citta. Libere . IN quali calamità precipitale l’Italia per la deplorabil nafcita e pro-greifo pertinace delle Fazioni Guelfa e Ghibellina, l’ho fatto brevemente conofcere nella precedente Diifertazione. Ma non è in quello fo- lo riilretta la ferie de’ malanni, che lungamente affliffero le noilre contrade . Se ne aggiunfe un altro, il quale fe non fi diffufe dapertutto al pari delle Sette fuddette, pure malamente fconcertò ed affilile non poche Città. Voglio dire lo fcifma inforto fra i Nobili e la Plebe. Difficilmente ci poflìam trattenere dall’ offervare un miscuglio di frenefia o pazzia ne’Guelfi e Ghibellini, al vedere, che propoila la concordia si pubblica che privata, fedotti da una vana paffione e parzialità, fvegliarono e fomentarono tante riffe e guerre in rovina propria, e della lor Patria, gareggiando fra loro per nomi vani, e nulla coafiderando alle volte , fe per giuila ed utile caufa fpendeffero la roba , il fangue e la vita . Ma quei femi di difcordia , che divifero i Patrizj da i Plebei, ebbero origine dalla voglia di dominare, o dal non voler fofferire d’effere troppo dominati. Imperocché avendo i Popoli di molte Città Italiane prefa la forma di Repubblica , accadde in alcune, che 1’ Ordine de’ Nobili più fmo-deratamente di quel che conveniva trattava, anzi {prezzava e conculcava la Plebe, tirando a sé tutti quali gli Ufizj , e 1’ intero Governo . Per lo contrario la Plebe, cioè gli Artefici, e il baffo volgo, col numero e forza de’quali fi facevano le guerre, mal volentieri fofferendo d’ effere così fpeffo aggravata co’ tributi, e nelle fpedizioni militari, e di non partecipare de pubblici onori, e di effere fin vilipefa dalla fuperbia de’Gran-di: prorompendo in fedizioni, fovente niuno sforzo tralafció per ridurre in fua mano il Governo, e abbaffare o deprimere affatto, chi niun ri- guar-