• IX Vat. 3924. Bar. 1192.«. 19. Raynal. 1216. n. 16.) fi confervava nella Biblioteca Vaticana, e ogg', come in luogo più proprio , ferbafi nell’ Archivio Apcftolico Vaticano. Ma quando anche partecipi di quelle lodi il pubblicato dall’ Autore : certa cofa è , che i Privilegi di Lodo-vico Pio, d’Ottone , di S. Arrigo, della Conteila Matilde, i quali copiati da’ loro originali, che ferbanfi nell’ Archivio Apoft. di Cartel S. Angelo, furono con fomma fede regiftrati da Cencio nel Cod. Vatic. ( pagg. ex. exin. cxv. exix. ) non fi leggono nell’edito da lui. Anzi ciafcuno di eiìx chi non fa il peflimo trattamento , che in tutte 1’ O-pere, fpecialmente negli Annali, e in quelle DilTertazionì compendiate in volgare dalle Antichità Italiche , hanno perpetuamente avuto, fenza qui ripeterne la memoria? E d’un tal Codice s hanno a riputar falfi i documenti eilenziali , con fomma diligenza regiftrati da Cencio , che n’ebbe gli originali (otto gli occhi , e folamente indubitati quelli delle giunte fdtte ad altro Codice , di cui la minor parte è quella di Cencio , e che fu fcritto 1’anno 1367. com’ei dice in fine della Differtazione 71. quali due Secoli dopo la di lui morte? Sia pur così. Ma però una di quefte giunte voglio io efaminarla a pubblico giovamento . Die’ egli nell’ opera latina ( Tom. V. Autiq. Ital. verf. fin. ) quefte precife parole : lllud oneris demum ejufmodi Abbatibus ( exemptis a jurild. Epiic. ) quoi & Epifcopis impofiium fuit, fciltcet finguìis aut a finis aut trienni ts accedendi ad limino. Apofiolorum, aut faltem nuntium illue mittendi. Aique ad id Jane Jefe objìringebant Abbatti in praflando juramento fidelitàus Summis Pon-ttficibus . Rem confirmabit chana ex Regefio Cencii preelaudati depromia, quez ad . Monajlicam h/fioriam illuflrandam non inutilis erit. Nove efempli fono in effa Carta d’ Abati degli Ordini di S. Benedetto , e S. Agoftino, e uno d’un Vefcovo, che fecero il giuramento di fedeltà alla S. Sede; cioè i due primi a Gregorio IX. e gli otto che fe-guono a Innocenzo IV. La formula da loro ufata è alquanto varia dall’, antica de’Vefcovi, che leggefi nelle Decretali compilate da S. Raimondo di Pennafort d«ordine dello fteffo Gregorio IX. l’anno 1234. ( c. 4. de ]urejurando ). E conchiude così: Pojjeffienes vero ad menfam mei Mo~ nafierii pertinemes non vendam, neque donabo , neque impìgnerabo , neque de novo injeudabo, vel aliquo modo alienabo , inconfulto Ro. Pont fice . Sic me Deus adjuvet, & hcec Sancìa Evangelia . Le quali parole fi leggono nel Pontificale Romano in ambedue le formole della confecrazione de’Vefcovi , e della benedizione degli Abati Apojlolica aucloritate . Onde ancorché la claufula de Ecclefice bonis non alienandis, fia più antica di Clemente Vili, iftìtutor di quelle formule ; nondimeno nell’ antica , fpecialmente a tempo di Gregorio IX. non fi pronunciava da’Vefcovi, e per con-feguente nemmen dagli Abati. Poiché a quefti , come offerva il noftro Autore rnedefimo, dluà onens demum , quod & Epifcopis , impefitum fuit. ' £d