Quarantesimasettima; 75 Ville; o pure quel Popolo s’era melTo in Libertà. All’incontro pretendendo la Repubblica di Modena di godere diritto su quel Luogo , e in-forte varie controverse a cagion de’canali d’acqua, i Bologne!! lempre attenti al loro profitto, nell’Anno 1131. feppero convertire in lor prò quelle difcordie. Imperciocché lulìngarono con tal garbo quel Popolo, che 1’ induffero a metterli fotto la lor protezione , fenza far conto alcuno nè de gli Abbati, nè del Comune di Modena, e a promettere un lieve annuo tributo alla loro Repubblica. A tale avvifo non fi poterono contenere i Modenefi dall’ entrare in guerra , e quella più volte fopita tornò di tanto in tanto a riaccenderli, finché conlervato all’ Abbate ( og- tidì Commendatario ) il diritto fpirituale, e pagata a lui gran fomma di anaro, il temporal dominio di quella Terra, reftò in potere de’Mo-^ denefi, a i cui Principi tuttavia ubbidifce . Ho 10 dati alla luce i patti, co’quali in effo Anno 1131. il Popolo di Nonantola fi fottomife al Comune di Bologna. Strana cofa fu, che per cagione di quella guerra mof-fa da’Modenefi, Eugenio Ili. Papa arrivò a privar Modena del Vescovato nel 1146. e a partire quella Dioceli fra i Vefcovi vicini. Se pa-relTe infolita e men giufta in que’tempi una tal pena, le Storie noi dicono. L’ufo era , che ogni qualvolta un Vefcovo foife caduto in ribellione o Scifma , fi foleva ben punire il 'delinquente, ma quali mai non s’involgeva la Chiefa nel gaftigo. Guntero nel Lib. II. del Lugurino parlando delle gella di Federigo I. Augullo così fcrive : Quia & Pontificts Halberjladenjìs , & il le, Sub quo Brema fult, tali Regalia jura Amifere nota : perfonce Jcilieet tpfce , Non tamen Ecclejice. Neque emm quod Pajìor inique Gejjerit, Ecclejìcz fas ejì in damna rcfuriòi. Ma qui nè il Vefcovo , nè la Chiefa aveano commeiTo delitto; e fe v’ era del reato, quello fi dovea rifondere fopra i capi della Repubblica: fe pure non fi dovea più tofto compatire il giufto dolore di effi in veder pallata parte del loro Contado in mano di Potenti vicini. Dorò poi poco sì Stravagante galligo (4). Rinomato parimente per la fua antichità ed opulenza era il Moni-ilero Pompofiano , fituato fra Ferrara e Comacchio, di cui anche fa menzione Papa Giovanni VIII. in una Lettera fcritta l’Anno 874. a Lodovico li. Imperadore , e pubblicata dal Baluzio nel Tomo V. Mifcellan. Si-gnorcggiava quell’Abbate nel temporale e nel fpirituale tutta l’Ifola Pom-poliana, ed alcune Ville o Parrocchie , come anche apparifce da un Diploma di Federigo I. Augufto dato nel 1177. e da me pubblicato. Ma perciocché di qua e di là fopraftavarao a quell’ infigne Badia varj nemici , che s andavano nfurpando i di lei diritti, prefero lo Ijpediente que* (4) Ptdì U Jnnot»{ioni in fine dal Jqmt } Mo-