[6-v.ig] La riserva italiana a verbale 529 da fare, tutti vorrebbero dimostrare alle loro Nazioni di avere, se non altro, chiesto qualche cosa di più. Clemenceau fa rapidamente cenno a tutti di sedere e dà la parola a Tardieu: questi fa un lungo riassunto di tutto il trattato fra i brontolìi dell’assemblea. Appena ha finito, domando ad altissima voce la parola: Clemenceau mi fulmina con i suoi occhi più cattivi, ma 10 dichiaro con grande calma e deferenza e sempre ad altissima voce: « En vue de la possibilité que, pendant l'absence temporaire de la Délégation italienne, certaines clauses, qui avaient déjà été adoptées avec le concours de la Délégation italienne, aient été modifiées, je dois, à tout fin utile, faire les réserves qui pourraient être justifiées par les circonstances ». Chiedo l’inserzione a verbale. Cosi Orlando e Sonnino avranno le mani totalmente libere. Clemenceau continua a fulminarmi. Wilson apre la bocca in segno di stupore; Lloyd George, da buon causidico, ha evidentemente capito tutta la portata delle mie poche frasi, e sorride. Prende subito la parola il delegato polacco per la questione di Danzica; poi il ceco-slovacco per i confini della Germania che non lo soddisfano; poi il cinese che protesta perché la Cina è spogliata di Kiao-Ciou e di tutto lo Scian-tung a favore del Giappone; poi il Portogallo che è stato escluso dalle riparazioni. Finalmente si alza fra lo stupore e il rispetto unanime 11 maresciallo Foch. Egli si trova fra me e i tre grandi capi, da essi poco lontano. Parla con voce lenta, in cui si sente un tremito di profonda passione, di supremo sdegno. Attacca vivacemente l’opera dei grandi capi, come insufficiente alla sicurezza della Francia, e chiede almeno un maggior numero di anni per l’occupazione della riva sinistra del Reno, e un maggior tratto di territorio in saldo possesso delle armate internazionali. Questa chiara rivolta del generalissimo vincitore 34.