[29.1v.19] Minacciata sospensione degli approvvigionamenti 487 l’Italia. Mi ha esternato il suo sincero rammarico per il prolungarsi ed inasprirsi della tensione e il vivo desiderio suo e dei suoi amici, anche dei più autorevoli, di risolverla prontamente. Mi ha chiesto se avrei acconsentito a parlare con Tardieu, col solo uomo che Clemenceau qualche volta ascolti. Ho acconsentito subito ed egli si è incaricato di fissare per oggi stesso un colloquio. Mi sono recato poi da Loucheur. La conversazione con lui è sempre vivace, ma oggi è più vivace che mai. Egli insiste per l’immediato ritorno della nostra delegazione allo scopo di poter fare alla Germania le domande già concordate per la fornitura di carbone dalla Saar e da altre miniere tedesche; domande di quantitativi importanti, che egli afferma essere prontamente disponibili. 10 so bene che soltanto con tali consegne si potrà rapidamente risolvere la crisi delle nostre industrie e dei nostri trasporti. Loucheur mi avverte che in nostra assenza non farà nessuna domanda per nostro conto; e mi lascia capire che gli inglesi insistono vivamente per impedire le forniture all’Italia, o almeno per ridurle notevolmente, perché esse sono a tutto danno delle miniere gallesi, le fornitrici nostre abituali prima della guerra. Io controbatto energicamente questi intendimenti che mi hanno l’aria di costrizione. Gli dico che la nostra delegazione deve anzitutto risolvere la questione adriatica. E allora egli conviene nella necessità di trovare subito una soluzione conciliativa, anzi di ricercarla subito assieme. Poi mi comunica che il Consiglio dei Tre ha modificato 11 testo del capitolo riparazioni inserito nel trattato, testo che era stato redatto d’accordo fra i delegati tecnici delle quattro grandi Potenze dopo lunghe e difficili discussioni; mi consegna il testo modificato che mi riservo di esaminare. Io resto molto impressionato e per la minaccia che Loucheur mi ha prospettata dell’annullamento delle consegne a noi promesse di diversi milioni di tonnellate di carbone,