306 Situazione degli approvvigionamenti italiani [25.11.19] dono atto dei provvedimenti attuati, sui quali deciderà il Consiglio dei Dieci. Il Consiglio dei Dieci ha allargato, con sua decisione del 21 febbraio, la competenza del Consiglio Supremo economico, deferendogli tutte le misure economiche necessarie alla ricostruzione dei paesi danneggiati dalla guerra, e le forniture a tutti i paesi alleati, nemici e neutri. Di conseguenza vengono rimaneggiati anche i grandi Consigli dipendenti e si nominano subito due sottocommissioni, una per le finanze, nella quale l’Italia sarà rappresentata dal ministro del tesoro Stringher, o da un suo delegato, e una per le materie prime, nella quale l’Italia sarà rappresentata dal dott. Alberto Pirelli. Presento un rapporto sulla situazione alimentare italiana che è veramente assai preoccupante. In base alle cifre fornite dalle organizzazioni interalleate, la nota dimostra che l’Italia ha ricevuto e riceverà da fine settembre 1918 a fine marzo 1919, soltanto il 52,1 °/0 delle quantità alimentari promesse dal Consiglio interalleato degli approvvigionamenti, mentre la Francia ha ricevuto il 68,7% e la Gran Bretagna il 96,4%; e ciò sopratutto perché le tesorerie inglese e americana hanno rifiutato fino a pochi giorni or sono i crediti chiesti dall’Italia. Circa il carbone, l’Italia ha ricevuto dal 15 novembre in avanti poco più della metà del suo fabbisogno assoluto; e riceverà dal 15 febbraio al 15 marzo appena 487.000 tonnellate contro le 800.000 indispensabili per far andare le ferrovie e le industrie. La nostra nota conclude: « Mentre evidenti considerazioni politiche attirano l’attenzione sulla necessità assoluta della liberalità e della generosità, l’Italia oggi non può offrire ai suoi soldati tornanti dalla guerra che razioni ridotte, le quali, quanto alla carne, sono incompatibili non soltanto colle esigenze di una politica liberale, ma anche con quelle della salute pubblica e della semplice umanità. Il carbone minaccia di essere introvabile tra un