346 Memorandum Barzilai [13.111.19] sono evidentemente false, perché le amministrazioni comunali sono in mano per il 70% di italiani. Cosi dicasi pei le diete provinciali, anche a non pensare a Trieste, dove il Consiglio della Dieta ha 68 membri italiani su 80; tali diete in Istria e nel Goriziano sono in maggioranza italiane, ad onta di regolamenti elettorali foggiati sotto la pressione del Governo austriaco a favore degli slavi. Il nuovo confine alle Alpi Giulie, che include la costa istriana fino a Fiume, non elimina l’inferiorità dell’Italia nell’Adriatico: occorre darle una congrua parte di possesso nella Dalmazia. Ma questa parte che le è assegnata nel trattato di Londra, non elimina affatto il nuovo Stato jugoslavo dall’Adriatico, poiché contro 647 miglia di coste adriatiche date agli slavi, solo 117 sarebbero date all’Italia. Il documento si diffonde a dimostrare l’italianità della Dalmazia e chiede la neutralizzazione di quelle parti della costa orientale adriatica che resteranno in mano altrui, perché costituirebbero sempre, data la loro conformazione, una minaccia contro l’Italia. Affronta poi la questione di Fiume, facendo anzitutto la storia della sua resistenza ad ogni tentativo di riunirla alla Croazia, dimostrando poi che all’entrata in guerra dell’Italia non si poteva prevedere il crollo russo, che permise alla Germania quello sforzo contro l’Italia, che ebbe come risultato Gaporetto. Oggi le condizioni sono diverse, oggi è provato come lo sforzo dell’Italia ed i suoi risultati sieno stati assai maggiori del previsto, e se gli altri Stati in guerra ebbero in compenso dei maggiori sforzi maggiori guadagni, nessun guadagno di tal genere è consentito all’Italia. Fiume completa la sistemazione definitiva del confine terrestre e la sua assegnazione all’Italia impedirà la sua germanizzazione, che solo uno Stato marinaro come l’Italia potrà impedire. Ad essa faranno capo territori tedeschi, ceco-slovacchi, jugoslavi e ungheresi, e soltanto la sua appartenenza ad uno Stato neutrale potrà impedire dissensi e conflitti inevitabili.