Documenti (n. 57) l’Italia, attribuito alla Croazia. Ma dopo l’armistizio l’Italia ha concentrato truppe nelle vicinanze di Fiume, e pare che le leggi locali siano state promulgate in nome del Re d’Italia. In seguito a queste circostanze, l’America, che a differenza della Francia e della Gran Bretagna non era parte del trattato di Londra, si è opposta conformemente ai principii generali di regolamento accettati da tutte le Potenze alleate ed associate, compresa l’Italia, a porre sotto dominio italiano maggioranze slave nell’Adriatico orientale, e nessun accordo su queste spiacevoli questioni è stato realizzato. Evidentemente la situazione cosi descritta è di una difficoltà particolarissima; ma noi dobbiamo aggiungere che le difficoltà sono state grandemente aumentate dalla politica seguita in Asia Minore dal Governo italiano e dalle truppe italiane. Questa questione, come Vostra Eccellenza forse conosce, è stata oggetto di un caldo dibattito nel Consiglio dei Quattro. Il Presidente Wilson, il signor Clemenceau e il signor Lloyd George si sono lagnati nei termini più energici per le azioni a Scalanova ed altrove, nell’Anatolia sudoccidentale. Tali azioni rappresentano® il più vivo contrasto con la politica del Governo greco, che non fa nessun movimento di truppe senza l’assenso, bensì generalmente su domanda delle Potenze alleate ed associate, compresa naturalmente fra queste la stessa Italia, mentre l’Italia, che è una di tali Potenze e come tale conosce tutto ciò che viene fatto dai suoi amici, opera sbarchi di truppe senza dare il menomo avviso a coloro coi quali essa siede in consiglio, e dei quali essa pretende appoggiare la politica generale, ma le cui osservazioni su tale punto sono da essa persistentemente ignorate. È difficile comprendere appieno tale modo di agire da parte di una Potenza amica. A prima vista essa può sembrare spinta dall’idea che territori occupati dalle truppe di una certa nazione, saranno attribuiti a tale nazione dai patti definitivi della pace. Ma ciò non è mai stato nelle viste delle altre Potenze alleate ed associate; e noi abbiamo le migliori ragioni di