88 In Parigi bombardata [25.IV.18] Alle 15 riunione del Consiglio Supremo trasporti. Loucheur m’invita a pranzo a casa sua e passo una piacevole serata con lui e con la sua famiglia. Si discute di arte, di musica, delle peculiarità dei nostri paesi; ci sentiamo veramente colleghi in una vita di lavoro senza tregua e di affetti senza limiti. 25 Aprile. Sono svegliato per tempo da un’esplosione potente. Un proiettile della famosa « Berta », il cannone che spara da 120 chilometri di distanza, è caduto sul piccolo Hotel des Capu-cines, a 250 metri dal Meurice. Vado a vedere: la facciata è squarciata da cima a fondo; un ufficiale inglese, che stava radendosi alla finestra, e un altro che abitava una camera sottostante, sono rimasti uccisi. Parecchi feriti. — I proiettili della « Berta » cadono ad ogni quarto d’ora fra le 7 e le 11 con regolarità matematica. Si può attendere lo scoppio, con cronometro alla mano, al secondo preciso. Dopo le undici si sta tranquilli. Alle 9,30 continua il Consiglio Supremo. Esso si occupa di riparare le perdite inflitteci dai sommergibili e al riguardo vota un plauso alla marina britannica che ha imbottigliato, con magnifiche azioni di affondamenti di vecchie navi, i porti di Ostenda e di Zeebrugge, ridotti dai tedeschi a basi di sommergibili. L’organizzazione dei trasporti marittimi ha superato vittoriosamente il momento critico e procede con crescente efficienza. Ogni giorno si acquista una nuova sicurezza di abbondanti rifornimenti, di grandi trasporti di truppe da tutti i continenti in Europa, e perciò d’infallibile definitiva vittoria. Alle quindici vado con l’ambasciatore Bonin a far visita di cortesia a Clemenceau e gli annuncio che posso mettere importanti partite di caffè a disposizione dell’esercito francese. Ciò lo mette di buon umore.