458 Moventi wilsoniani [23.1v.19] dell’albergo, affollatissimo di italiani e di francesi, di gor-i nalisti di ogni nazionalità. Si distinguevano numerosi giapponesi, belgi, greci. Siamo stati accolti da una grande ovazione. Grida unanimi: «Viva Orlando! Viva Sonnino! ». Orlando ha risposto ad altissima voce: «No, gridate viva l’Italia! ». E il grido è stato ripetuto da tutti, fra altissimo entusiasmo. Siamo tutti circondati da una folla in subbuglio; ognuno di noi è centro di un gruppo. L’accolta che ha per centro Orlando applaude frequentemente alle sue parole. La riprovazione per l’atto di Wilson è generale. Tutti ritengono che il Presidente abbia voluto impedire il raggiungimento di un’equa conciliazione che sembrava imminente, dato che Lloyd George era e pare ancora desiderosissimo di arrivarci e che anche Clemenceau aveva in un colloquio di stamane con Barzilai assicurato di voler trovare una soluzione per Fiume. Si discute fra i diversi gruppi delle influenze che possono avere agito sul Presidente degli Stati Uniti per farlo ritornare su decisioni già prese, e per portarlo a un colpo di testa che non è soltanto un’offesa per il Governo italiano, ma anche una mancanza agli impegni presi verso Lloyd George e Clemenceau. Ricordiamo che il 14 aprile, quando Wilson consegnò ad Orlando il suo primo memorandum, gli chiese di presentarlo al Parlamento italiano, ma poi fini col trovarsi impossibilitato a ribattere gli argomenti svoltigli da Orlando e da Ossoinack, deputato di Fiume, e disse che avrebbe riudito i suoi periti su tutta la questione italiana. Può darsi che i periti gli abbiano rammentato le polemiche avvenute tra i giornali italiani a diverse riprese nello scorso anno, rispecchianti le diverse tendenze in seno al Governo, fra sonniniani e bissolatiani, tra i fautori ad oltranza del patto di Londra ed i cosiddetti rinunciatari. Se Wilson fino dal 14 aprile corrente chiese ad~Orlando di presentare al Parlamento il suo memorandum, si è